ANCONA -  Il capogruppo di Verdi disapprova i contenuti del documento elaborato per il Presidente del Consiglio dei Ministri da un Comitato di esperti in materia economica e sociale. Richiamo alla Regione affinché vengano rispettati gli impegni contenuti nella sua mozione approvata dall’Assemblea legislativa

 Già alcuni mesi aveva ribadito la necessità di applicare il principi odi precauzione sulla tecnologia di comunicazione 5G, attraverso una specifica mozione approvata dall’Assemblea legislativa regionale. Ma ora Sandro Bisonni, rincara la dose dopo aver letto il rapporto per il Presidente del Consiglio dei Ministri, elaborato da un Comitato di esperti in materia economica e sociale, dove è scritto testualmente: “Adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio, per accelerare lo sviluppo delle reti 5 g. Escludere opponibilità locale se protocolli nazionali sono rispettati”.

Secondo il capogruppo dei Verdi quanto previsto dal documento in questione rappresenta “un vero e proprio scandalo, un attacco diretto alla democrazia”.PANNELLI

E ribadisce alcuni concetti già contenuti nella sua mozione: “Il 5G opererà su frequenze più elevate di quelle sino ad ora utilizzate dai sistemi di radiotelefonia, superiori ai 30 GHz, e renderà necessaria l’installazione in area urbana di numerosissimi ripetitori, con inevitabile aumento della densità espositiva e possibili ripercussioni sulla salute dei cittadini. Ora nel rapporto si parla di adeguamento ai valori europei e, cosa gravissima, viene esclusa qualsiasi forma di opponibilità. Viviamo in democrazia o nel nostro Paese è arrivata la dittatura? Non dimentichiamo che già una violazione c’è stata quando si è deciso di condurre una sperimentazione 5G su almeno 4 milioni di italiani, senza autorizzazione preventiva di alcun comitato etico, eludendo il consenso informato e la necessaria informazione sui potenziali rischi”.

Bisonni ricorda, inoltre, che “Bruxelles è stata la prima città a bloccare la sperimentazione del 5G per gli effetti sulla salute, mentre stanno crescendo la preoccupazione e il diniego di molti sindaci italiani ed aumentano le sentenze che riconoscono la correlazione tra elettrosmog e cancro, quando ci si trova esposti in una condizione multipla e cumulativa”.

Da evidenziare che nella mozione sottoscritta dallo stesso Bisonni e approvata in Consiglio, il Presidente e la Giunta regionale venivano impegnati, tra l’altro, ad intervenire presso il Governo italiano ed i ministeri competenti affinché non fossero attivati aumenti del valore di attenzione e dei limiti di esposizione previsti dal Dpcm del 2003 e di sollecitare i Comuni per l’adozione dei Piani delle antenne, così come indicato nella legge regionale del 2017.

“Gli impegni assunti dall’Assemblea vanno rispettati. E’ tempo – conclude il capogruppo – che sulla questione del 5G anche le Marche facciano sentire la propria voce in modo chiaro ed inequivocabile”.