MONTEGRANARO – Sabato 26 settembre, Philosofarte di Montegranaro, cantiere permanente delle arti da più di quaranta anni, propone una master class condotta dal massimo interprete leopardiano, Maurizio Boldrini, premio “Mugellini” alla carriera, direttore del Minimo Teatro e dell’annessa Scuola di Dizione Lettura e Recitazione, autore di un paio di libri editi da Bulzoni-Roma che sono riferimento per allievi di molte scuole di teatro internazionali: “La voce recitante” ed “Enciclopedia per l’attore finito”.

Il tema operativo del laboratorio intensivo è: “Per recitare i Canti di Leopardi” che potrà essere seguito in presenza ma anche per via telematica, secondo un programma che prenderà il via dalle ore 14.30 per durare in due parti fino alle ore 19.00. Dalle ore 20.00 i partecipanti alla master class si produrranno in dimostrazioni interpretative dei “Canti” che saranno poi recitati dal conduttore Maurizio Boldrini. Sarà quindi un intenso sabato di conoscenza sulla recitazione in versi, che in Italia vantava una grande tradizione, ed ora invece è pressoché sconosciuta.

Alcune domande al conduttore. Qual è il senso principale di questo breve e intenso laboratorio?

Leopardi oggi è tanto praticato quanto vilipeso, saccheggiato, mortificato nel suo corpo testuale. Ci sono tanti aguzzini: istituzioni, similattori professionisti, dilettanti allo sbaraglio, che M. Boldriniignorando totalmente le partiture testuali dei Canti si producono in orridi interpretativi con i quali stordiscono le platee plaudenti che non capiscono un acca ed invadono i social con la sciatteria delle loro performance, e sono pure lodati, segnale questo di uno scadimento totale della lettura, sia come “attori” che come “spettatori”. Il senso di questo mio intervento è intanto quello di giustiziare, non con opinioni ma con la forza della conoscenza tecnica, gli orridi prodotti invasivi compiuti nel nome di Leopardi, dopodiché fornirò indicazioni minime e materiali da tener presenti all’atto di accostarsi alla interpretazione vocale dei Canti.

Quindi fornirà ai partecipanti l’analisi e la pratica delle partiture musicali contenute e misconosciute delle poesie leopardiane?

Sì, entrerò nell’ingegneria gestionale delle note musicali, nella maestria delle composizioni. Leopardi è facilmente contestabile nella scelta delle singole parole, è un ipertrofico del cervello, incline alla fantasia più che all’immaginazione, quasi sempre autoreferenziale, quindi parte con fortissimi svantaggi nel comporre poesie, ma ha una formidabile capacità, quella di rettificare e di amplificare i livelli tonali e musicali durante le sequenze con le quali organizza le parole, convertendo la precarietà della parola nell’incontestabile della voce poetica. In questo senso solo Dino Campana l’ha superato nel Novecento.

Quali sono i “canti” più indicativi in questo senso?

Ad esempio “L’infinito” è parecchio difettato nella singolarità della parola, Leopardi non riesce a dire dell’infinito a parole, ma riesce a farlo cantare come nessun altro poeta attraverso l’organizzazione della partitura musicale. Gli attori di oggi nemmeno sanno che cosa sia una partitura musicale, tanto meno la partitura musicale dell’Infinito, quindi sciaguratamente vanno a dare uno stupido patos alle singole parole, non riconoscendo né il sistema pausale, né l’accentazione ritmica, né la continuità acustica del verso e nemmeno il minimo della corretta pronuncia delle singole parole, un macello insomma! Comunque, se prendiamo ad esempio “Il sabato del villaggio”, in questa poesia fa un piccolo ed esaustivo compendio delle sue enormi conoscenze musicali.

Pensa che ci saranno parecchie adesioni a questa sua interessante iniziativa?

Mi piacerebbe che ci fossero ancora persone, attori e veri appassionati di Leopardi, che abbiano l’accortezza di apprendere almeno “i fondamentali” per accostarsi e tentare una recita dei “Canti”, magari solo per il piacere di conoscere una differenza sostanziale di approccio alla poesia, ma temo invece che sarà un laboratorio per pochissimi eletti. Comunque sia, non potevo sopportare oltre il maltrattamento impunito al corpus leopardiano praticato da cinematografari, internetsocialisti, raitivu del disservizio pubblico. Quando è troppo è troppo!

Per ulteriori informazioni ed adesioni di partecipazione: PHILOSOFARTE, corso Matteotti 7, Montegranaro (FM), tel. 347 6890974.

locandina master leopardi