nota di Confartigianato

ANCONA - Con provvedimento n. 302831 dell’11/9/2020 l’Agenzia delle Entrate ha indicato la misura percentuale di fruizione del credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, per cui le domande sono state inviate dal 20/7/2020 al 7/9/2020.

La misura fiscale è stata prevista dall’articolo 125 D.L. 34/2020 del cosiddetto Decreto Rilancio, nell’ambito delle previsioni volte a sostenere la ripresa delle attività produttive a seguito del lockdown determinato dalla pandemia Covid 19.

Il credito di imposta previsto originariamente era determinato in misura pari al 60% delle spese ammissibili sostenute nell’anno solare 2020, entro il limite di credito di 60.000 euro per beneficiario.sanificazione

Estremamente ridotta è risultata però la percentuale di fruizione del credito d’imposta riconosciuta dal citato provvedimento nella misura del 15,6423%, percentuale ottenuta dal rapporto tra il limite massimo di spesa, fissato dal Decreto Rilancio in 200 milioni di euro, e gli importi complessivamente richiesti dai contribuenti.

Le imprese, che possono consultare il credito effettivamente spettante accedendo al proprio cassetto fiscale dall’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate, potranno utilizzarlo in compensazione a partire dal giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del suddetto provvedimento (dal 12 settembre 2020).

“L’Associazione - ha dichiarato il Presidente Leonori - non può che constatare come tale esito rappresenti per le imprese un’ulteriore inefficienza, espressione di come le azioni agevolative messe in atto non tengano effettivamente conto delle reali esigenze e non contribuiscano al rilancio dei comparti produttivi. Considerati i numerosi investimenti effettuati dalle imprese in dpi e in interventi di sanificazione, resi necessari dalla situazione emergenziale in corso, sarebbe stato opportuno un congruo stanziamento di risorse per garantire ai beneficiari un pieno rimborso fiscale nella misura originariamente determinata, anziché tradursi, attraverso la ripartizione avvenuta, in un ‘accontentare tutti’ con percentuali risibili.
Peraltro, non è la prima volta che le imprese si trovano a fare i conti con meccanismi di attribuzioni di contributi che si rivelano inefficaci ed incongrui rispetto alle loro esigenze, cosa ancor più grave in un contesto economico e sociale come quello attuale.

Auspichiamo vivamente un ripensamento delle procedure che regolano tali misure agevolative di cui le imprese possano effettivamente beneficiare”.