ANCONA - Nei giorni scorsi, in particolare dal 24 al 27 febbraio, la regione Marche è stata interessata, così come gran parte dell’Italia, da un importante innalzamento dei valori di PM10 rilevati dalle centraline ARPAM.

È possibile affermare che il fenomeno abbia avuto origine da una massiccia nuvola di polveri sahariane allontanatesi dal continente africano che, unitamente a condizioni meteo caratterizzate da velocità del vento quasi nulla, alto tenore di umidità e nebbia, ha determinato il verificarsi di picchi di concentrazione del PM10 in tutta la regione, con il maggiore di 223 µg/m³ registrato dalla centralina di Ancona Stazione come media oraria alle ore 20:00 del 27 febbraio. La medesima centralina ha segnato anche il valore giornaliero più alto registrato nel periodo, pari a 115 µg/m³, seguito da quelli di San Benedetto e Ancona Cittadella (96 µg/m³), Fano e Ascoli Piceno (93 µg/m³) e Falconara Alta (92 µg/m³).

Unica eccezione è rappresentata dai valori rilevati dalla centralina di Falconara Scuola, che ha registrato anche nei giorni più critici valori di PM10 pienamente nella norma.

Situazione analoga è stata riscontrata in tutto il Paese, a cominciare dalle regioni più a nord-ovest, già a partire dall’inizio della scorsa settimana, e nelle Marche si era già verificata anche nello scorso mese di novembre 2020.

Perdurati dal 24 al 27 febbraio, gli effetti della massiccia presenza di polveri si sono risolti già nei giorni immediatamente successivi, quando i valori registrati dalla centraline sono tornati nella maggior parte nella norma.

Segnaliamo infine che, come previsto dal D. Lgs. n. 155/2010, gli sforamenti del limite della media giornaliera di 50 µg/m³ registrati in questa occasione dalle stazioni di monitoraggio della RRQA, non saranno conteggiati ai fini della soglia dei 35 superamenti annui consentiti, perché causati da fenomeni naturali.

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