SASSOFERRATO - Un percorso alla scoperta del Rinascimento a Sassoferrato e nei suoi dintorni. E’ quanto si propone la mostra ospitata a Palazzo degli Scalzi a Sassoferrato dal 24 luglio al 7 novembre prossimo incentrata sulla figura di Pietro Paolo Agabiti, artista sassoferratese attivo in tutta la valle tra il Sentino e l’Esino, come pittore, scultore ed architetto tra il Quattrocento e il Cinquecento al tempo dei Della Robbia e di Raffaello.

“Oggi presentiamo una mostra “di territorio” – ha detto l’assessore alla Cultura Giorgia Latini -. In questo periodo stiamo inauguriamo iniziative di altissimo livello che valorizzano gli artisti marchigiani e allo stesso tempo il contesto di riferimento. In questo modo creiamo un circuito di grande valore che come Regione sosteniamo con convinzione perché abbiamo a cuore la crescita delle piccole ma molto attive realtà dell’entroterra. Sassoferrato costituisce in questo senso un esempio. I luoghi della cultura hanno sofferto troppo a causa della pandemia e oggi, nel rispetto delle norme anticovid, devono restare aperti e accessibili a tutti”.

“Ripartire dall’arte, dopo il Covid, in uno dei borghi più belli d’Italia come il nostro è estremamente significativo - ha sottolineato il sindaco di Sassoferrato Maurizio Greci – Attraverso la cultura vogliamo valorizzare il nostro territorio e su questo obiettivo ci stiamo impegnando da diverso tempo. La mostra è una valida occasione in più per attrarre turisti. La stagione è partita. La tragedia della pandemia ha dato a molti l’opportunità di scoprire le tante perle nascoste del nostro Paese”.LA SCOPERTA DEL RINASCIMENTO A SASSOFERRATO 1280x720

“Una mostra su Pietro Paolo Agabiti, non è solo una retrospettiva su un artista del luogo – ha spiegato uno dei curatori, Alessandro Delpriori - noto più agli addetti ai lavori che non al grande pubblico, è più che altro la presentazione di un contesto rinascimentale ricco e ancora poco conosciuto, che vale la pena di studiare e di vedere a fondo. Si è scelto, quando possibile, di lasciare le opere nel loro contesto, non solo per aiutare il visitatore a scoprire angoli poco noti della città, ma anche per dimostrare che le opere d’arte andrebbero sempre studiate e viste nei luoghi per cui queste sono state pensate e realizzate. Sassoferrato è una città ricchissima: chiese, palazzi e monumenti che raccontano una storia assai più interessante di quanto non sembri”.

Pietro Paolo Agabiti nasce intorno al 1470 a Sassoferrato e dopo la sua formazione in Veneto, nella bottega di Cima da Conegliano, conosce lo stile di Marco Palmezzano e a quello si ispira per i suoi dipinti più importanti. È perciò un artista un po’ isolato nel panorama locale, ma capace di opere scenografiche e accattivanti, spesso di qualità sostenuta e gioca un ruolo importante nella cultura figurativa di queste valli. Pitture e sculture raccontano una storia spesso straordinaria, di un artista curioso che seppe lavorare accanto ai grandi del suo tempo, come Luca Signorelli a Lorenzo Lotto, prendendo da ognuno qualcosa, ma rimanendo sempre fedele a se stesso.

Tra le novità più interessanti della mostra, oltre alle opere come la Consegna delle chiavi a San Pietro, Pesca miracolosa, Sacra conversazione, Quo Vadis (predella) custodite nella chiesa di San Pietro, di cui vengono chiarite datazioni e attribuzioni, c’è la scoperta di nuove personalità artistiche, come l’Anonimo di San Bartolomeo, che nel 1510 dipinse la pala per l’altare maggiore della chiesa omonima. Poi il Maestro di San Pietro, un allievo di Raffaellino del Colle che si era formato probabilmente a Urbania nel cantiere dell’Oratorio del Corpus Domini e che poi lavorò anche a Jesi e ovviamente a Sassoferrato.

Oltre a questo la mostra delinea anche la figura di Pietro Paolo Agabiti come scultore. I documenti non sono molto chiari in merito, ma seguendo la tradizione settecentesca e ottocentesca, si è potuto attribuire a questo artista una serie di opere di qualità altissima, come Il Cristo e angeli della chiesa di San Facondino, che dimostra come la formazione in Veneto sia stata importante anche per la produzione plastica.

La mostra è curata da Alessandro Delpriori e da Lucia Panetti che si sono avvalsi anche degli studi di Mattia Giancarli e Anita Spuri.

OPERE

1. Pietro Paolo Agabiti, Consegna delle chiavi a San Pietro, chiesa di San Pietro,

Sassoferrato

2. Pietro Paolo Agabiti, Pesca miracolosa, Sacra conversazione, Quo Vadis

(predella), chiesa di San Pietro, Sassoferrato

3. Raffaellino del Colle (Pietro Paolo Agabiti?), Il trasporto della Santa Casa a

Loreto con San Filippo e San Giacomo, Fondazione Cassa di Risparmio, Jesi

4. Raffaellino del Colle, Sacra Faimglia, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino

5. Raffaellino del Colle, Padre Eterno (lunetta), Abbazia di San Michele Arcangelo,

Lamoli

6. Pergentile da Matelica e Venanzio da Camerino, Madonna con Bambino, San Giuseppe e Santa Caterina

(trittico), chiesa di San Pietro, Sassoferrato

7. Pietro Paolo Agabiti, Cristo morto sorretto da Angeli e due vescovi, chiesa di San

Facondino, Sassoferrato

8. Pietro Paolo Agabiti, San Antonio Abate, Museo dell’arte sacra di San Clemente,

Genga

9. Pietro Paolo Agabiti, Vergine Annunciata, Municipio, Cupramontana

10. Raffaellino del Colle, Cristo Risorto, Oratorio del Corpus Domini, Urbania

11. Pietro Paolo Agabiti, Pietà, Fondazione Cassa di Risparmio, Macerata

12. Pietro Paolo Agabiti, Madonna della Misericordia, Chiesa di San Michele

Arcangelo, Murazzano (Sassoferrato)

13. Pietro Paolo Agabiti, Natività, Santa Maria di Ponte del Piano, Sassoferrato

14. Pietro Paolo Agabiti, Vergine in trono con Bambino e Santi, Cimasa con Padre

Eterno, Predella con episodi della vita di Cristo e due Santi, Santa Maria di Ponte

del Piano, Sassoferrato

15. Pietro Paolo Agabiti, Madonna in trono con Bambino e Santi, Museo Diocesano,

Fabriano

16. Pietro Paolo Agabiti, Pietà, Chiesa del Sacro Cuore, Sassoferrato