RECANATI - La Fondazione Michele Scarponi presenta un libro che trae spunto dalla morte per un incidente stradale di un giovane, Lorenzo Guarnieri.

Il libro nasce dall’esperienza personale della famiglia Guarnieri a seguito dell’omicidio stradale di Lorenzo e dall’ascolto delle testimonianze di tante altre vittime di reato.
Racconta di esperienze positive avvenute recentemente in alcune istituzioni e di quanto c’è ancora da fare soprattutto nel sistema giustizia dove le vittime, per procedura, quasi non esistono.IMG 20180605 WA0001

“Il Torto di essere vittime” indica una possibile via per migliorare il nostro sistema giustizia, portando “la vittima al centro”.

I proventi del libro serviranno a finanziare l’Associazione Lorenzo Guarnieri e a provare a lanciare un nuovo cambiamento.

Parla delle vittime di reato (ovviamente principalmente di quelli dei reati stradali), del loro percorso e della difficoltà che ci sono soprattutto nei tribunali.

Questo lo spirito del nuovo libro di Stefano Guarnieri, motore dell'associazione Lorenzo Guarnieri: abbiamo usato la parola "motore" non a caso perché il suo impegno, profuso in questa Onlus, è straordinario.

Quando perdi un tuo familiare a seguito di un crimine sei a tua volta vittima.

Trovandoti in una condizione di forte debolezza psicologica devi affrontare un percorso che sarebbe difficile per chiunque in condizioni normali e che per te appare impraticabile, aspro, in costante salita. E, soprattutto nel caso di crimini stradali, sei lasciato spesso solo ad affrontarlo. Ti accorgi di non esistere come vittima per lo Stato italiano.

Questo ti appare particolarmente evidente nel sistema giustizia.

Nel codice di procedura penale la frequenza più alta è quella della parola ''giudice'' (1033), seguita da ''pubblico ministero'' (602), ''sentenza'' (457) e ''imputato'' (428).

E la parola ''vittima'' dove si colloca? Per ultima, nominata una sola volta.

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