PORTO RECANATI – Con un atto assunto il 18 maggio scorso il Parco del Conero riapre il dibattito sulla realizzazione di un rigassificatore al largo di Porto Recanati.
Lo fa perchè secondo il presidente Gilberto Stacchiotti è giacente, senza risposta, da anni, una istanza presentata all’epoca dalla società interessata alla realizzazione dell’impianto, contro il ricorso al Ministero dell'Ambiente.rigas

Un progetto, fanno sapere dal Parco del Conero, abbandonato nel 2012, ma la cui presenza di quegli atti evidenzia ancora un vivo interesse alla realizzazione del progetto.

Più tecnicamente si tratta però di una istanza che vale come dichiarazione dell'interesse al ricorso con il quale si chiede l'annullamento del decreto Ministeri Ambienti e Beni Culturali che sancisce la non compatibilità ambientale.

Da qui la decisione del direttivo del parco di deliberare in questo senso:

Premesso che il Parco Regionale del Conero con il Comune di Ancona, il Comune di Sirolo, il Comune di Numana, il Comune di Loreto, il Comune di Castelfidardo, il Comune di Camerano, il Comune Recanati, il Comune di Potenza Picena, Il COMITATO “RIGASSIFICATORE-NOGRAZIE” e LEGAMBIENTE MARCHE – ONLUS hanno impugnato, rappresentati e difesi dagli Avv.ti Anna Maria Ragaini del foro di Ancona e Patrizia Niccolaini, del foro di Ancona, il decreto con il quale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro per i Beni ed Attività Culturali, in data 21 gennaio 2011, ha ritenuto “la compatibilità ambientale relativamente al progetto presentato dalla società Tritone GNL S.p.A. (subentrata alla Società GDF Suez S.A.) alla realizzazione di un “Terminale offshore di rigassificazione GNL localizzato al largo delle coste della Regione Marche antistante il Comune di Portorecanati”; con nota dell’ Avv. Anna Maria Ragaini nostro prot. 1651/17 viene comunicato che, malgrado il tempo trascorso, non si hanno segnali definitivi circa la reale volontà di abbandonare il progetto e, pertanto, cautelativamente è necessario procedere con l’inoltro della dichiarazione del persistere dell’interesse alla decisione del ricorso sopra indicato e chiedendo quindi che venga fissata udienza di discussione dello stesso.

Per Stacchiotti se ci sono ancora atti pendenti sui quali non ci si è pronunciati defintivamente, è d’obbligo mantenre un livello di attenzione alto anche in virtù della forte contrarietà delle comunità locali.

A Porto Recanati era anche sorto un battagliero comitato contrario, mentre l’amministrazione dell’epoca (molto combattuta al suo interno, anche se preevaleva il si) non si era schierata con i comuni che avevano aderito all’iniziativa di ricorso (Ancona, Sirolo, Numana, Camerano, Loreto, Castelfidardo, Recanati, Potenza Picena)

Sulla vicenda si muovono anche i parlamentari marchigiani.

“Necessario un immediato chiarimento sulla possibilità che il progetto di rigassificatore ‘Tritone’ possa tornare ad essere una minaccia concreta per le nostre coste”.

A sostenerlo l’on. Lara Ricciatti e il coordinatore provinciale di Articolo 1 - Movimento democratico e progressista Massimo Montesi, sul rischio che riprenda piede il progetto della piattaforma offshore a largo di Porto Recanati, ‘archiviato’ dalla stessa società proponente nel 2012.

Il progetto aveva trovato una forte opposizione delle comunità locali, mentre aveva ottenuto un parere favorevole sulla compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente. Ricciatti ha predisposto una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro Galletti se la recente istanza di persistenza dell’interesse al ricorso, relativo alla richiesta di annullamento del decreto del Ministero dell’Ambiente che riteneva ambientalmente compatibile il progetto del terminale offshore, sia un atto “prodromico ad una ripresa delle attività tecnico-amministrative volte alla realizzazione del rigassificatore”.

“La battaglia contro ‘Tritone’ ha visto in passato un ampio schieramento delle comunità territoriali - osservano Ricciatti e Montesi -; l’ipotesi che ci sia un rinnovato interesse intorno a questa opera, sospesa in passato solo per contingenze di mercato, deve spingerci alla massima allerta, perché al ritorno di condizioni economiche favorevoli cresce il rischio che vengano rispolverati i vecchi progetti. Per questo riteniamo opportuno che il Ministro dell’Ambiente fornisca subito dei chiarimenti a riguardo”.