Nota del Direttivo FIDC

PORTO RECANATI - Non siamo certamente una Lobby, come è stato scritto, ma un’associazione di cittadini di ogni età ed estrazione sociale, accomunati dalla medesima passione: la caccia. Siamo rimasti sconcertati dalla lettera inviata al Sindaco da parte di un utente di Facebook, che si dice assediato dai cacciatori e che propone al nostro Primo Cittadino la chiusura del territorio comunale all’attività venatoria. Noi cacciatori di Porto Recanati esercitiamo la nostra attività su un territorio oggi veramente limitato, conseguenza della dissennata cementificazione dell’ultimo decennio. Ciononostante siamo sempre più che attenti e rispettosi delle direttive imposteci dalla legge 157/92 che regola la nostra passione, in particolar modo per quanto attiene alle distanze dalle abitazioni (100 mt spalle alle case, 150 mt sparando in direzione delle case). caccia5Concetto che ci sforziamo di ripetere ad ogni riunione e cena sociale che periodicamente indiciamo. Non ci illudiamo che purtroppo ci possano essere individui, anche di altri paesi, che vanno oltre i canoni legali (questo avviene per ogni categoria) ma ciò non basta per condannare e colpevolizzare l’intera classe venatoria. Se qualche cittadino si accorge che un cacciatore è troppo vicino alle abitazioni HA IL DOVERE di chiamare subito le autorità competenti (guardiacaccia, forestale) e noi come categoria, ne saremmo più che contenti, perché i comportamenti illeciti di pochi, squalificano tutti. Non vogliamo entrare in una diatriba etica sulla caccia, perché è un discorso troppo ampio dove ognuno ha il diritto di avere una diversa opinione. In questa nostra lettera, ci limitiamo a contestate ciò di cui ci accusano. In primis, vorremmo sottolineare che ogni possessore di licenza da caccia, è una persona specchiata, non potendo avere carichi penali pendenti o perfino pregressi. Deve passare una scrupolosa visita che ne attesti le condizioni psicofisiche ottimali e per esplicare la sua passione paga ogni anno delle tasse più che onerose. Inoltre facciamo ogni anno, ripopolamenti di selvaggina (sempre di tasca nostra) e miglioramenti dell’habitat, colture a perdere e solerti segnalazioni di inquinamenti
ambientali, perché precludono la nostra attività. Abbiamo numerose testimonianze di cacciatori che in questi giorni, durante i tanti incendi appiccati nei parchi, hanno volontariamente prestato la loro opera nello spegnimento dei fuochi. A proposito degli incendi e della siccità, è strumentale dire che la selvaggina soffre, in quanto le specie cacciabili (tortore) sono animali africani abituati alle scarse precipitazioni e alle alte temperature, inoltre i roghi sono avvenuti quasi esclusivamente nei parchi, dove l’attività venatoria è severamente vietata, quindi perché si sarebbe dovuto chiudere la caccia. Ci terremmo anche a ricordare che pochi anni fa, i cacciatori di Potenza Picena hanno scavato e riportato alla luce 13 antiche fonti rurali, indispensabili per abbeverare la selvaggina. Questo senza tanti proclami o fotografie, perché il nostro fine ed intento è la salvaguardia dell’habitat e non il populismo. Se poi vogliamo parlare di inquinamento, facciamolo seriamente controllando le emissioni di certe fabbriche nella zona industriale, gli sversamenti della “fiumarella”, l’eternit dell’ex Montedison, le discariche abusive lungo il fiume, tutto ciò ci sembra molto più urgente ed importante, ma forse per qualcuno, non sono “tigri da cavalcare” che danno abbastanza risalto. Concludendo, ricordiamo a tutti, invece di postare lettere piene di livore, denunciate i comportamenti illeciti, se sono tali… siamo i primi a volerlo!