Note di storia cittadina e sui personaggi

E' stata l'acqua, con i due fiumi Potenza e Musone e con i numerosi torrentelli, a dare il via nel territorio di Recanati allo sviluppo ed alla civilizzazione. Quando in età preromana vi arrivarono i Piceni, già esistevano nuclei abitativi più antichi. Lo testimoniano i ricchi ritrovamenti preistorici, soprattutto nella vallata del Potenza cui si aggiungono le necropoli picene venute alla luce con lo sviluppo urbano della città. La vallata del Potenza è anche sede di giacimenti archeologici di età romana.

Necropoli picene sono venute alla luce nei quartieri Fonti San Lorenzo e Villa Teresa. Mentre in zona Beato Placido e Fontenoce le campagne di scavo hanno portato alla luce insediamenti preistorici. Dalle campagne intorno a Chiarino sono affiorati interessanti resti di epoca romana.

L'attuale città, nonostante una storia leggendaria che la fa risalire ad una colonia romana ("Recina sum, peperit romana colonia", fecero scrivere i recanatesi nel 1500 sottolo stemma della città), si è costituita alla fine del XII secolo quando i signori di quattro castelli, posti su altrettante colline dell'attuale città, decisero di unirsi.

Le quattro alture (Monte Volpino, Monte San Vito, Montemorello, Castelnuovo), conservano i loro nomi e caratteristiche costruttive antiche.

A Montevolpino esiste ancora una casa fiancheggiata da un arco che risale all'epoca più antica della Città, in vicolo dell'Achilla, databile intorno al 1100/1200.

Ma molte altre sono le caratteristiche individuabili della città medievale.

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Agli inizi delle lotte per le investiture, Recanati appoggiò Federico II  e ne ebbe in cambio la licenza di costruire un porto tra le foci dell'Aspio e del Potenza oltre all'esenzione dei dazi. I due fiumi erano, insieme al Musone che si trova in mezzo, navigabili e questo permetteva a Recanati di far trasportare merci anche all'interno. Non solo: guardando una carta geografica ed individuando i due fiumi si ha l'idea di quanto, sul versante costiero, fosse esteso il territorio comunale all'epoca. Il porto vero e proprio i recanatesi non lo realizzarono mai, ma nacque un insediamento denominato "il porto", l'odierna Portorecanati che solo a fine ‘800 ha avuto autonomia amministrativa da Recanati. Per dare un ulteriore elemento di valutazione circa la "forza" di Recanati, l'allora colle di Loreto era sottomesso a Recanati che per difendere la Santa Casa spese ingenti somme. Quando poi Papa Sisto V decretò l'autonomia di Loreto i recanatesi non la presero affatto bene tanto che alla morte del Papa in città si fecero feste.
Tornando al 1200, l'alleanza con i ghibellini è testimoniata anche dai merli a coda di rondine  della Torre del Borgo e del castello di Montefiore. 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Bolla Aurea dell'Imperatore (a dx) è conservata presso i Musei Civici di Villa Colloredo ed è una delle testimonianze più interessanti della presenza degli Svevi in Italia.

 

Successivamente Recanati si schierò dalla parte dei Vescovi e del Papa e ricevette il diritto di chiamarsi città e di battere moneta (a sx, "il quattrino recanatese").

Famosa per i suoi Statuti, per la sua Fiera e i suoi traffici, condotti in parte dagli ebrei, accolse generosamente emigranti albanesi, schiavoni ai quali affidò terre da coltivare. La fama di Justissima Civitas era dovuta alla competenza dei suoi magistrati, le cui sentenze erano richieste anche in altri grandi comuni. 

Costruita sul crinale di un colle, fu protetta da una robusta cortina di mura, fatta rinforzare da Francesco Sforza e nella quale si aprivano stretti varchi chiusi da porte.

 

Porta San Domenico, Porta San Filippo, Porta Cerasa, Porta San Domenico, Porta Romana, Porta Marina le più caratteristiche, consentivano l'accesso al centro della città, di cui il Palazzo Comunale ed la chiesa di San Domenico costituivano il cuore.

Nel 1798 fu occupata da Napoleone e annessa al Regno Italico nel 1808. Ritornata allo Stato della Chiesa dopo il Congresso di Vienna, fu conquistata nel 1860 dall'esercito piemontese dopo la battaglia di Castelfidardo ed annessa al Regno d'Italia di Vittorio Emanuele.

Molta della fama di Recanati è legata al nome di Giacomo Leopardi, il più grande poeta e pensatore dell'epoca moderna, per la cui ricorrenza del primo centenario della nascita, nel 1898, la città subì una prima serie di interventi urbanistici con l'abbattimento del vecchio Palazzo dei Priori per realizzare la piazza come la vediamo oggi .

Altri interventi avvennero nel 1937 in concomitanza con il centenario della morte. Altro personaggio illustre è il tenore Beniamino Gigli, "l'usignolo di Recanati" che ha contribuito a far conoscere la città forse più del poeta dell'Infinito. Un grande cuore oltre che una grande voce e per questo amato dal popolo dal quale mai si distaccò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarebbe riduttivo fermarsi alla conoscenza di questi due importanti personaggi quando la città vanta importanti uomini e donne assurti a fama mondiale.


 

 

 

 

Per i tempi recenti segnaliamo l'on. Franco Foschi (DC) che è stato Ministro del Lavoro (foto a sx), al pari del suo concittadino Giacomo Brodolini (PSI), padre dello "Statuto dei Lavoratori" (foto a dx).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' di Recanati l'ex campione del mondo 1982 classe 500, Franco Uncini (nella foto a sx durante i festeggiamenti in piazza). Giocò nella Sampdoria, nell'Anconitana, e nel mitico Torino, per approdare anche in nazionale: Giuseppe Farina (foto in alto a dx).

Oppure Federico Alessandrini, portavoce della Sala Stampa Vaticana e direttore dell'Osservatore Romano. Per non dimenticare Biagio Biagetti, eclettico artista Direttore delle Galleria Vaticane.

 

 

Direttore dell'Avanti nell'Italia occupata dai nazisti è stato Filippo Acciarini (foto a sx), figura di spicco dell'antifascismo e delle lotte sindacali, morto a Mauthausen nel 1945.

Indietro nel tempo Nicola Badaloni (foto a dx), "l'angelo del Polesine" dove esercitò la condotta medica nell'Italia post unitaria in condizioni drammatiche tra i braccianti contro pellagra e malaria.

 

 

 

 

 

Per la musica dell'800 emergono le figure del compositore Giuseppe Persiani (foto a sx), operista del teatro italiano apprezzato a Parigi, marito del soprano Fanny Tacchinardi, e del violinista Pier Olimpio Basvecchi.

 Il Risorgimento ci consegna alla storia il conte Giulio Antici protagonista delle Cinque Giornate di Milano e la poetessa Alinda Bonacci Brunamonti  (foto a dx) che con uno stratagemma, vestita da uomo, riuscì a votare per il Plebiscito in favore dell'Unità d'Italia, in un epoca in cui ancora non esisteva il suffragio universale.

 

 

 

Valente artista è stato Lorenzo Gigli, emigrato in sud America e divenuto direttore dell'Academia Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires.

Noto pittore, apprezzato dai collezionisti, è Cesare Peruzzi (in un autoritratto a sx).

 La chiesa ci consegna la figura di Papa Gregorio XII (foto a dx), uno dei pochi sepolti fuori delle mura del Vaticano e le cui spoglie si trovano nella Cattedrale in un monumentale sacello. Nel 1415 approva il Concilio di Costanza e rinuncia al papato.

Il Cardinale Lorenzo Nina fu invece Segretario di Stato Vaticano sotto Leone XII.

Dalla fiorente cultura della comunità ebraica emerge la figura di Menechen Recanati i cui commentari cabalistici sono punto di riferimento per la storia medievale.

 

Nasce a Recanati, nel lontano 1844, in un casolare di campagna al confine di Castelfidardo (che ne rivendica la nascita), Paolo Soprani (foto a dx): è universalmente riconosciuto come il fondatore dell'industria italiana della fisarmonica.

"Oscurato" dalla fama del figlio, si sta riscoprendo la prolificità letteraria di Monaldo Leopardi (foto a sx), scrittore fecondissimo e giornalista.