ANCONA - Dal 16 aprile scorso Poste Italiane S.p.A. ha attivato il nuovo piano di riorganizzazione del recapito che prevede la consegna della posta a giorni alterni anche nella regione. I cittadini in tutta Italia, tranne che nelle grandi metropoli (Milano, Roma, Napoli), dovranno abituarsi a ricevere la posta un giorno sì e l’altro no, dal lunedì al venerdì, sperando che quello di consegna non coincida con qualche festività. POSTA DUBBI LOGO1 CASSETTA PUNTO DI DOMANDA 607x437

Nelle Marche, la riorganizzazione ha preso il via dalla provincia di Ancona: da lunedì scorso sia Fabriano sia Jesi hanno introdotto la consegna della posta con la nuova organizzazione che vede un taglio di ben 22 zone nel primo centro e 24 nel secondo, con numerosi comuni compresi tra quelli a zone regolate come Arcevia, Castelleone di Suasa, Genga, Sassoferrato, Serra San Quirico.

A breve, toccherà a Corinaldo, Falconara e Senigallia; quindi, progressivamente, il processo toccherà tutta la regione. Osserva Gloria Baldoni, coordinatrice regionale Poste per Slc Cgil: . Slc Cgil Marche è molto preoccupato. Dice infatti Baldoni: 

Secondo la nuova riorganizzazione, sono previste squadre di portalettere che porteranno tutti i giorni la posta pregiata (raccomandate, assicurate, pacchi, giornali ), fino alle ore 19,45 di sera, escluso sabato pomeriggio.

Questa consegna è prevista però solo nei principali centri urbani mentre nei paesi a cosiddette zone regolate, definite dall’AGICOM (Agenzia di controllo delle Comunicazioni), cioè comuni a bassa densità abitativa, zone montane o depresse, si effettuerà solo la consegna a giorni alterni.

Poste Italiane S.p.A. ha ritenuto necessaria questa riorganizzazione del recapito per tre ragioni. Il primo è quello di stare nel mercato con una concorrenza che, a seguito della completa liberalizzazione del servizio postale a livello europeo, è sempre più aggressiva, considerando il proliferare delle agenzie private di recapito che, senza un contratto di settore, possono vantare minori costi del personale.

L’altro motivo riguarda i nuovi metodi di comunicazione: mail, messaggistica telefonica e via dicendo stanno soppiantando la posta cartacea e, quindi, una diminuzione nelle commesse di posta (anche se per la verità i centri di recapito continuano ad essere inondati di posta di ogni tipo).

Il terzo motivo è legato al fatto che Poste Italiane S.p.A. svolge il servizio universale per lo Stato Italiano che, però, negli ultimi anni ha ridotto di circa il 25% la copertura (262 milioni di euro) dello stesso e questa è forse la vera causa del passivo denunciato dalla Società.