MONTECASSIANO - Indagati per omicidio e favoreggiamento il marito, la figlia e il nipote di Rosina Cassetti, la 78enne trovata morta nella cucina della sua abitazione a Montecassiano la notte della vigilia di Natale. Si tratta di un atto dovuto "per scrupolo investigativo" per consentire loro di partecipare all'autopsia.

Comunque al momento, sottolinea il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, "non abbiamo sposato alcuna tesi" e le indagini proseguono a 360 gradi.

Il marito della vittima Enrico Orazi, la figlia Arianna Orazi e il figlio di lei Enea, avevano raccontato che la sera della vigilia un uomo si era introdotto in casa e aveva aggredito la donna e rinchiuso il padre in bagno, poi era fuggito dopo avere arraffato un migliaio di euro in contanti. sosdonna

Sarebbe stato il nipote a liberarli una volta arrivato a casa, in serata. Rosina era stata trovata esanime in cucina, secondo il medico legale potrebbe essere morta per soffocamento.

I tre hanno nominato un pool di 4 avvocati, che ha designato ad assistere all'autopsia il medico legale Claudio Cacaci.

Rosina (Rosy) aveva preso contatto con il Centro Antiviolenza "Sos donna" di Macerata, fissando un appuntamento per martedì prossimo con un legale.

Un elemento che consolida l'ipotesi che la morte della donna, avvenuta, secondo la ricostruzione fornita ai carabinieri dai familiari che abitano con lei (marito, figlia e nipote) durante una rapina in casa, possa essere legata a tensioni in famiglia.

Sulla vicenda interviene Sinistra Italiana con il Coordinamento provinciale di Macerata, Michele Verolo, Serena Cavalletti

"La nostra provincia è stata colpita, ancora una volta, da un fatto di cronaca che l’ha tristemente portata alla ribalta nazionale.

A Rosina Cassetti va un pensiero affettuoso. Le autorità competenti sono già al lavoro per fare luce sulla sua morte e l’auspicio è che il tempo e le indagini le rendano giustizia.

Un fatto, al momento, è certo, ma non necessariamente legato all’omicidio: martedì prossimo Rosina avrebbe dovuto incontrare l’avvocata del Centro Sos Donna di Macerata. Questo appuntamento è la spia di una situazione familiare complessa che le parole delle amiche di Rosina confermano quando descrivono una donna impossibilitata ad utilizzare il suo giardino ed a guidare la sua automobile.

Illustrando uno dei numerosi DPCM, Giuseppe Conte ha dichiarato che, in uno stato liberale, il Governo non entra nelle nostre case per controllare il rispetto delle norme. È giusto. La politica, però, ha il compito di fare luce sulle troppe zone d’ombra nelle quali si fa spazio la violenza, spesso di genere.

La telefonata al Centro antiviolenza segnala un malessere non necessariamente legato alla morte di Rosina. Sentirsi ospite o, peggio ancora, indesiderate a casa propria è una situazione terribile, che molte donne vivono quotidianamente.

Questa telefonata ci richiama, ancora una volta, alla necessità di praticare un’educazione paritaria tra donna e uomo ed al rispetto quotidiano delle donne, ben oltre le parole, a volte retoriche, di ogni 8 marzo e 25 novembre.

Ripartiamo da qui: sembra scontato, ma evidentemente non lo è".