PORTO RECANATI – Il rinnovato stadio, cui è stato rifatto il manto, sostituito quello erboso con il sintetico, sarà dedicato a Luciano Panetti. Lo ha annunciato il sindaco Mozzicafreddo partecipando al lutto per la scomparsa del “puma”.ilpuma

Così era soprannominato il portiere della Roma negli anni in cui difese la porta dei “lupi”.

Durante la cerimonia religiosa nella chiesa del Preziosissimo Sangue, il celebrante, don Carlos ha invitato i fedeli ad unirsi in un’ultimo grande applauso verso chi nella sua carriera ne ha ricevuti tanti per le sue prodezze.

Dalle prime parate in oratorio con la maglia de “la disperata”, Panetti arriva a vestire quella degli arancioni di casa ed il “N. Sauro” diventa il teatro delle sue gesta che ben presto lo portano a ribalte nazionali fino all’apice della difesa della porta dei giallorossi romanisti.

Così lo ricorda il sito ufficiale della Roma.

“L’AS Roma esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Luciano Panetti e si stringe attorno alla famiglia dello storico portiere, giallorosso dal 1955 al 1961. Dopo l’inizio nella squadra della sua città natale, Porto Recanati, Luciano Panetti cresce nella Jesina, suscitando ben presto l’interesse della Spal. A spuntarla è però il Modena, che lo acquista come vice del titolare Masci. Alla sesta giornata del torneo di Serie B 1952/53, Il Puma conquista la maglia numero 1 che sarà sua fino alla cessione alla Roma. Il passaggio in giallorosso (per 33,5 milioni di lire), vede arrivare nella capitale un atleta generosissimo, senza paura, temerario nelle uscite. Giuseppe Sogliani, tracciandone un profilo sul Corriere dello Sport, scrive di lui: “Ha un temperamento a prova di bomba, tanto è vero che per tenerlo a riposo in queste ultime partite i dirigenti modenesi han dovuto sudare le proverbiali sette camicie. Il 4 settembre, nell’amichevole con il Napoli, conquista quel posto da titolare che manterrà mettendosi in evidenza come uno dei migliori portieri della Serie A. La stagione 1957-58 lo vede mettersi in luce come elemento di spicco del Premio “Combi”, destinato al miglior portiere della massima serie. L’immagine più epica della sua carriera romanista è legata a un Roma–Fiorentina del 29 aprile 1956, quando, dopo aver subito un infortunio molto grave, rimase tra i pali immergendo la gamba quando possibile in un secchio di ghiaccio posto da Angelino Cerretti ai lati della porta. In queste condizioni Panetti salvò in due occasioni la rete giallorossa.Nella sua ultima stagione, la 1960-61, contribuisce alla conquista della Coppa delle Fiere giocando due delle tre gare dei quarti di finale con il Colonia e nella storica semifinale di spareggio vinta per 6-0 contro l’Hibernian.È rimasto sempre un affezionato tifoso giallorosso, passione che ha trasmesso a figli e nipoti”.

Panetti lascia la moglie Carla Gabbanelli e quattro figli, Angelo, Roberta, Giovanni e Francesco.

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