RECANATI - Nel suo libro “I Segreti di Roma”, il giornalista Corraudo Augias adombrò il sospetto di un Beniamino Gigli Trucchia Pierlucasimpatizzante del nazismo. Ad insorgere subito, parlando di “un’accusa ingiusta” rivolta al tenore, fu Pierluca Trucchia (foto a dx), presidente dell’Associazione Beniamino Gigli di Recanati. La presenza di Augias alla Giornata delle Marche è stata l’occasione per consegnare all’autore del libro una lettera circostanziata con una serie di documenti per confutare ogni dubbio sulla vicinanza di Gigli ai nazisti.augias

“Nelle sue memorie, Gigli, racconta proprio la sera del 2 giugno 1944 –scrive ad Augias, Trucchia- quando al teatro dell’opera di Roma cantava in un Ballo in Maschera non perché era un simpatizzante nazista come lei scrive nel suo libro I segreti di Roma. Scrive Gigli nelle sue memorie: “l’opera era lontanissima dai pensieri dei più ……. la Scala era in rovina ……… toccava al Teatro dell’Opera di Roma il conpito di continuare. L’avevano scongiurato a farlo centinaia di persone, non solo a Roma ma sparse in tutta Italia, che dall’opera dipendevano per la loro sussistenza. Orchestre, cori, personale di scena, elettricisti, fattorini: tutti avevano bisogno dell’opera se volevano continuare a nutrire le loro famiglie. I solisti, per la maggior parte (vedi Gigli), non si trovavano in strettezze finanziarie, ma ovviemante non si potevano rappresentare opere senza di loro. I dirigenti del Teatro dell’Opera di Roma fecero appello a quelli di noi che erano disponibili: Maria Caniglia, Tito Gobbi, io, e altri ancora. Non vedevo ragioni per rifiutare. ………… Il rombo dell’artiglieria alleata si faceva ogni giorno più vicino, e noi continuavamo a cantare ……. alla sera del 2 giugno 1944 ….. finimmo all’una del mattino del 3 giugno. Alle otto le truppe tedesche di occupazione erano in fuga, e ventiquattr’ore più tardi la Quinta Armata entrava in Roma. bgigli

Naturalmente Beniamino Gigli (foto a lato) non si difende da solo, altri ricordi ed articoli sono stati scritti in sua memoria ed in sua difesa anche perché ingiustamente accusato, come Lei ha fatto nel suo libro. Ne allego alcuni, ma veramente tante sono le testimonianze a suo favore. Gigli fu, oltre al più grande tenore del 1900, un grande uomo pieno di umanità ed incline alla beneficienza; moltissime volte ha cantato gratuitamente per la povera gente e per finanziare un’opera di carità. A Roma, nel periodo nero dell’occupazione nazista, molte volte la sua auto, carica di vettovaglie, è partita di notte per portare un aiuto alla povera gente. Alla sua morte, avvenuta a Roma il 30 novembre 1957, tutta l’Italia lo ricordò e gli rese omaggio; anche alla Camera dei Deputati tutti i gruppi parlamentari presero la parola dopo l’orazione funebre dell’On.Scalfaro. Tantissime sono le testimonianze sulla figura di beniamino Gigli e La sfido pertanto a trovare elementi che avvallano il suo giudizio; non le fa certamente onore liquidare con due tremende parole questo grande personaggio”.