di Enzo Marangoni, consigliere regionale Libertà e Autonomia

RECANATI - Venerdì 16 dicembre l'Assemblea legislativa delle Marche ha approvato, a maggioranza, il Piano socio-sanitario 2012-2014. Lungo e contrastato è stato il dibattito che ha portato il consigliere Marangoni a definire in aula tale Piano un' opera di “macelleria ospedaliera” che consentirà a breve alla Giunta regionale di chiudere, o al massimo convertire in lungodegenza per anziani, molti ospedali come quello di Recanati. marangoni-protesta-300x225

Oltre 13 emendamenti, nell' ambito dei 50 presentati da Marangoni, erano specificamente finalizzati alla difesa dell'ospedale di Recanati: tutti respinti dalla maggioranza regionale di centrosinistra.

In realtà il Piano socio-sanitario è un atto amministrativo che costituisce una “cambiale in bianco” per consentire alla Giunta regionale di realizzare una sanità centralizzata: un solo ospedale per ciascuna provincia concentrando così le risorse economiche, tecniche e umane ma a danno dei servizi sul territorio e quindi a danno dei marchigiani. La giunta regionale risparmia su ciò che gli fa comodo o, meglio, su ciò che fa comodo ai poteri forti e ai grandi interessi economici che ci sono dietro alla sanità regionale che assorbe ormai il 90% del totale del bilancio della regione Marche. Infatti Spacca e la sua maggioranza non hanno esitato ad aumentare di nuovo lo stipendio di molti megamanager della sanità marchigiana ad oltre 300.000 euro l'anno a testa. Ciò è avvenuto solo un mese fa, in consiglio regionale, abrogando così una norma approvata a luglio 2011 dal consiglio stesso, su mia  proposta, che aveva dimezzato l'importo di tali megastipendi.

Si elargiscono ai manager della sanità marchigiana stipendi superiori a quelli del Presidente della repubblica ma si toglie la gratuità degli integratori alimentari ai malati malnutriti o con piaghe da decubito, inclusi quelli ricoverati alla rsa o all'ircer di Recanati, accelerandone così la morte. Questa è la sanità marchigiana gestista dal PD, da Spacca e dall'assessore Marconi: debole con i forti e forte con i deboli.