Nota dell’Ufficio Stampa del consigliere regionale Enzo Marangoni

E' stata presentata presso l'Assemblea Legislativa delle Marche un' interrogazione a risposta scritta sui gravi fatti accaduti presso il reparto di neonatologia dell'Ospedale di Recanati.Maranga

Per Marangoni si avvera quello che ormai egli ripete da anni, una lenta perdita dei sacrosanti diritti degli italiani a discapito dell'ultimo che arriva in Italia.

Condannando quanto è avvenuto, il consigliere Marangoni esprime inanzitutto solidarietà per quei padri italiani che vedono smorzare la gioia del bellissimo momento della nascita di un figlio per l'impossibilità di poter stare vicino alla propria moglie mentre allatta il neonato.

Nell'interrogazione regionale Marangoni cita lo Statuto della Regione Marche che dovrebbe garantire l'uguaglianza dei cittadini e ogni forma di discriminazione e che riconosce il valore storico e sociale della famiglia. Pertanto, aggiunge con ironia Marangoni, si presume che il divieto di ogni forma di discriminazione valga in primo luogo a tutela delle famiglie italiane.

Viene citato anche il Piano Sanitario appena approvato dal Consiglio regionale che non prevede certo un aggravio di spesa per la realizzazione di camere adibite a credi religiosi diversi o a particolari e costose procedure per la fornitura di pasti ai musulmani. E' impensabile anche solo valutare l'idea della possibilità di riservare camere apposite per ospitare le donne musulmane.

Con l'interrogazione si chiedono al Presidente dell'Assemblea Legislativa e agli assessori competenti le motivazioni ufficiali sul perché, la direzione del reparto in oggetto, abbia fatto sì che fossero allontanati i padri italiani e potessero rimanere quelli musulmani. Si chiede inoltre come si intende esplicare i poteri di controllo che la Regione possiede in materia di sanità nei confronti dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale e nello specifico della Direzione dell’Area Vasta Numero 3 e della Direzione dell’Unità Operativa in oggetto. Altra richiesta è quella di sapere se questa comportamento, di impedire l'assistenza dei padri italiani in presenza di partorienti musulmane, adottato presso l'ospedale di Recanati, non sia una strategia, preordinata da tempo, al fine di scoraggiare le partorienti italiane a recarsi a Recanati per il parto, non raggiungendo così il fatidico numero di 500 parti nel 2011, preso a pretesto dalla Giunta Regionale per procedere alla chiusura del reparto neonatale dell'ospedale Santa Lucia di Recanati.

Marangoni sollecita infine la Regione per conoscere quali interventi saranno adottati per la salvaguardia dei diritti dei cittadini marchigiani nell'ospedale di Recanati.

Il testo dell'interrogazione. Premesso che: Nei giorni scorsi è apparsa, sulla stampa nazionale e locale, la notizia di un grave fatto discriminatorio accaduto presso il reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Lucia di Recanati;

Ripetute volte, presso il reparto citato oggetto è accaduto che molti neopapà italiani sono stati impossibilitati ad assistere i loro neonati e le loro mogli a causa del veto e delle proteste di alcuni padri musulmani;

La motivazione, secondo quest’ultimi, consiste nel fatto che alle donne musulmane è impedito far vedere le loro nudità, compresa l’azione più naturale del mondo per una mamma quale quella dell’allattamento al seno del proprio bambino appena nato;

A questa condizione, sempre secondo i padri musulmani, devono soggiacere anche i padri italiani, mariti delle donne che, loro malgrado, condividono la stanza con le signore di religione musulmana;

Premesso inoltre che: Le pretese dei musulmani hanno condizionato così fortemente la direzione del reparto al punto che, i padri musulmani hanno potuto effettuare la veglia notturna accanto alle loro mogli mentre i mariti italiani sono stati costretti a rimanere a casa o a chiamare una donna, anche a pagamento, affinché le loro mogli potessero avere una fidata assistenza;

Anche nei casi in cui non c’è stata esigenza di veglia notturna il problema è rimasto tale nelle ore diurne con la presenza dei soggetti musulmani nelle stanze del reparto;

Considerato che: In aggiunta a tali episodi risulta essere stata rilasciata agli organi di stampa anche una dichiarazione di una “guida spirituale musulmana” nella quale si afferma l’esigenza di <poter avere stanze destinate solo alle musulmane> e l’esigenza, nella somministrazione dei pasti <di tenere conto delle limitazioni previste dall’Islam>;

Considerato inoltre che: Lo Statuto della Regione Marche all’articolo 3 afferma che <La Regione promuove, nell'ambito delle sue attribuzioni, tutte le iniziative idonee a realizzare il pieno sviluppo della persona e l'uguaglianza dei cittadini> e <…ripudia ogni forma di discriminazione…>;

Lo stesso Statuto regionale all’articolo 4 afferma che la Regione <riconosce il valore storico, sociale ed economico della famiglia>;

L’Assemblea Legislativa della Regione Marche, in data 16 dicembre 2011, ha approvato il Piano Socio Sanitario Regionale 2012-2014 il quale intende perseguire, a detta della maggioranza regionale, equilibrio economico finanziario conciliando <…il rigore economico e l’efficienza produttiva…considerata l’evoluzione dell’attuale contesto di crisi economica> e agendo in modo da <…superare le dispersioni e le ridondanze oggi non più sostenibili>;

Il Piano Socio Sanitario Regionale intende realizzare <… un nuovo welfare universalistico ed equo, radicato nelle comunità locali e nella regione… promuovendo iniziative volte ad assicurare le pari opportunità>;

INTERROGA Il Presidente della Giunta Regionale e gli assessori competenti per conoscere: le motivazioni ufficiali sul perché, la direzione del reparto in oggetto, ha fatto sì che fossero allontanati i padri italiani e potessero rimanere quelli musulmani;

come si intende esplicare i poteri di controllo che la Regione possiede in materia di sanità nei confronti dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale e nello specifico della Direzione dell’Area Vasta Numero 3 e della Direzione dell’Unità Operativa in oggetto;  

se lo spostamento individuato nel Piano Sanitario, (laddove si afferma che <sempre più consistenti sono i flussi migratori con lo spostamento verso una società multietnica e multirazziale che determina nuovi bisogni di salute>) ha iniziato ad esplicarsi nel “cacciare” dalle loro stanze i cittadini italiani a vantaggio degli extracomunitari;

quali interventi saranno adottati per la salvaguardia dei diritti dei cittadini marchigiani;

se nel prossimo Piano Sanitario, oltre alla <tutela della salute degli immigrati fragili> oltre al <proseguire con la promozione della salute materno-infantile della popolazione immigrata nella regione Marche>, oltre allo spendere soldi dei marchigiani nel <realizzare interventi specifici per la tutela dei rom, delle persone che si prostituiscono e dei rifugiati> sarete costretti ad inserire fondi per “la tutela dei marchigiani dalle discriminazioni degli immigrati extracomunitari”, visto che oramai i marchigiani sono stranieri nelle Marche giacchè non possono assistere le loro donne negli ospedali pubblici della loro Regione.

se questa strategia, di impedire l'assistenza dei padri italiani in presenza di partorienti musulmane, adottata da tempo presso l'ospedale di Recanati, non sia una manovra, preordinata da tempo, al fine di scoraggiare le partorienti italiane a recarsi a Recanati per il parto, non raggiungendo così il fatidico numero di 500 parti, preso a pretesto dalla Giunta Regionale per procedere alla chiusura del reparto neonatale dell'ospedale Santa Lucia di Recanati.