RECANATI – Nel corso di una conferenza stampa in cui il Comando Provinciale della GdF ha relazionato su alcune importanti indagini condotte da comando di Porto Recanati nel contrasto all’evasione fiscale, è stata fatta rilevare la scoperta di un giro di fatture false emesse da una rete di imprese cinesi.finanza tessili cinesi

Si tratta di piccole imprese che operano per conto terzi nel settore calzaturiero che hanno evaso ben tre milioni di euro.

Sono state denunciate per falso materiale, falso ideologico, falsificazione, occultamento e distruzione di documenti fiscali cinque persone di nazionalità cinese.

L’attività di polizia tributaria investigativa, dapprima non palese e sul territorio, mediante appostamenti e rilevazioni dei soggetti che ruotavano attorno ai laboratori e capannoni presenti nei comuni di Potenza Picena, Recanati e Montelupone, si è sviluppata mediante mirati interventi nei locali ove del personale era intento in attività lavorative, acquisendo ogni dato utile a ricostruire le operazioni commerciali, il giro d’affari, e tutti i soggetti che, a vario titolo, avevano interessi nelle imprese, dipendenti, committenti dei lavori, clienti e fornitori. La moltitudine dei dati acquisiti è stata incrociata e riscontrata con le numerose banche dati informatizzate in uso alla Guardia di Finanza ed ha consentito di scoprire una varietà di sistemi fraudolenti posti in essere dagli stessi imprenditori cinesi.

Lo stratagemma principale utilizzato per l’evasione fiscale era abbastanza rudimentale, ma allo stesso tempo efficace. Inizialmente veniva emessa e spedita alla controparte una fattura con l’importo corretto, poi l’imprenditore cinese procedeva a distruggere la propria riproducendola con uguale numero e data, ma con un importo molto inferiore. I finanzieri attraverso l’esame dei documenti di trasporto ed i controlli effettuati dal cliente non ci hanno messo molto ad individuare il “giochetto” e scoprire una pluralità di fatture artefatte.

Il “giochetto” era strutturato coinvolgendo una catena organizzata di imprese ed aveva il duplice scopo da un lato di abbassare sensibilmente i ricavi e dall’altro di avere costi consistenti tali rendere il reddito pari a zero o addirittura in perdita.

Con questo semplice sistema, di fatto, nessuna azienda, appartenente alla rete di imprese compiacenti, versava un centesimo di tasse all’erario.

In realtà, senza un’attività di controllo a 360 gradi, il sistema contabile era apparentemente ineccepibile. Presa singolarmente ogni azienda fatturava, registrava e non versava alcun importo in quanto dalle dichiarazioni, regolarmente presentate, non emergeva alcun debito con l’Erario.

Di contro, a seguito dell’attività di controllo, sono state comprovati oltre che evasioni di ingenti redditi, anche numerosi reati di falso materiale, falso ideologico, di falsificazione, occultamento e distruzione documenti fiscali.

Le indagini, supportate anche dall’esame dei conti bancari dei soggetti interessati, hanno consentito di recuperare a tassazione oltre 3 milioni di euro, denunciare 5 responsabili ed individuare 17 lavoratori dipendenti “in nero” ed “irregolari”.

Queste operazioni confermano come la Guardia di Finanza operi a tutela degli imprenditori onesti e riesca ad affrontare queste frodi in modo da sradicare il fenomeno alla radici