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RECANATI – In mattinata, ieri, poche ore prima delle esequie di Laura Paoletti e Giosuè Lucaroni, i legali delle due famiglie, gli avv.ti Alessandra Perticarà e Maria Elena Sacchi, con una garbata nota avevano comunicato alle redazioni giornalistiche il desiderio che non venissero effettuate riprese e foto durante la cerimonia funebre in cattedrale e nel momento della tumulazione.
Gli operatori cine fotografici erano stati prontamente avvertiti e si erano adeguati.
Ma, inspiegabilmente, il sindaco va oltre ed emette una ordinanza che addirittura vieta l’ingresso ai giornalisti.
L’ordinanza viene affissa sugli ingressi del cimitero ed in Cattedrale.
I giornalisti, che hanno poi immediatamente interloquito con i legali (sorpresi) e le forze dell’ordine, hanno ugualmente presenziato alla cerimonia, senza turbarne minimamente lo svolgimento. Gli operatori cine fotografici sono rimasti fuori.
Ma l’episodio costituisce per il Sigim (Sindacato Giornalisti Marchigiani) e il Gruppo Cronisti Marchigiani un fatto grave.
Ed in merito è stata emessa una dura nota.
"Non è compito di un sindaco - oltretutto giornalista pubblicista - impedire la presenza di stampa e tv alle esequie cittadine a chiusura di un angosciante fatto di cronaca. Sindacato giornalisti marchigiani e Gruppo cronisti marchigiani denunciano la gravità dell'ordinanza emessa dal sindaco di Recanati, Francesco Fiordomo, che ha vietato la presenza di giornalisti e tv ai funerali di Laura Paoletti e del figlioletto di sei anni. Il terribile omicidio-suicidio che ha sconvolto due famiglie e un'intera comunità cittadina non può diventare - secondo Sigim e Gcm - la leva per delegittimare preventivamente gli operatori dell'informazione e il loro difficile lavoro che proprio in queste situazioni richiede il massimo del tatto e l'assenza di ogni morbosità. Accogliere la richiesta delle famiglie, additando i media come ospiti indesiderati e quindi degni di cacciata preventiva, è una brutta pagina istituzionale che il sindaco di Recanati avrebbe dovuto risparmiare a una città già duramente colpita. L'esclusione della stampa dalla cerimonia in duomo e dall'accesso al cimitero rappresenta infatti il tentativo maldestro di orientare la rabbia verso un nemico inesistente: i giornalisti. Sigim e Gcm, comprendendo lo strazio delle due famiglie, si uniscono al loro cordoglio ma rivendicano il diritto-dovere della stampa a seguire fino in fondo ogni fatto di cronaca. Anche quelli più dolorosi".

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