RECANATI - Leopardi e Casanova, un accostamento “impossibile”? No, a giudicare dal libro di Lucio Biagioni “Caradà fino di lusso/ Comparazione di Leopardi e Casanova” (Ilari Editore, 2015), che, nell’ambito di “Macerata Racconta/ Fiera dell’Editoria Marche Libri”, sarà presentato sabato 7 maggio, presso l’Università di Macerata (Aula 11, ore 16), dal giornalista Maurizio Verdenelli e dal professor Guido Garufi, poeta e critico letterario, con la partecipazione dell’autore. carada

Saggio filosofico su Leopardi e Casanova (che prende il titolo dal Caradà, l’amato tabacco da fiuto del poeta per il quale, come per Casanova, piaceri umani), inserito in una “cornice” romanzesca in cui sei personaggi casualmente incontratisi sulla spiaggia di Porto Recanati decidono a tavola di condire un pantagruelico simposio con una giocosa (eppure seria e puntualmente fondata sui testi) “Comparazione”, il libro offre singolari spunti e punti di vista inediti sui due autori.

Un “libro insolito”, lo ha definito in una recensione il giornalista e scrittore Fabrizio Coscia su “Il Mattino di Napoli”, che ne individua il nucleo in una comune predisposizione alla felicità, intesa anche e soprattutto come piacere materiale.

Da un raffronto fra lo Zibaldone (considerato come una sorta di “vita virtuale” di Leopardi) e la “Storia della mia vita” di Casanova (racconto di una vita realmente vissuta), emerge così il chiasmo di “due vite stranamente unite da una struttura a specchio”, in cui Leopardi giovane - dipinto come un libertino mancato, un “seduttore deviato” sui libri, “macchina desiderante” che vorrebbe vivere la vita avventurosa dell’Alfieri e ne trova un surrogato, almeno all’inizio, nella sua amicizia con Antonio Ranieri – si ritrova a coincidere con Casanova vecchio, intento a scrivere le sue memorie nel Castello di Dux.

L’alfa precipita nell’omega. L’uno scrisse prima di vivere, l’altro scrisse dopo aver vissuto, ma l’esito è singolarmente identico.

Dalla scoppiettante Comparazione/ Simposio (dove, in un cosciente registro stilistico, la descrizione di piatti della grande tradizione marchigiana di Antonio Nebbia fa da contrappunto all’analisi filosofica: di qui la presenza, alla presentazione di sabato 7 maggio, del giornalista Ugo Bellesi, Delegato dell’Accademia della Cucina Italiana) si delineano tratti nuovi sia di Leopardi, sottratto alla sua figura di pacificato “santino” poetico e restituito alla portata rivoluzionaria della sua visione (della natura e della cosmologia); sia di Casanova, strappato ai vieti stereotipi del seduttore/ libertino, e inconsapevole precursore, come del resto Leopardi, di una nuova (oggi attualissima) epistemologia.

Entrambi, secondo l’autore, spezzano infatti il paradigma meccanicistico e deterministico in voga ai loro tempi, per anticipare di quasi un paio di secoli elementi essenziali della modernità scientifica. Ma qui il discorso porterebbe lontano.