RECANATI – Proseguono i lavori per il restauro della tomba monumentale di Beniamino Gigli, la famosa piramide meta ogni anno di centinaia di appassionati della lirica ma anche di artisti famosi, nel più completo anonimato.

DSCF4704Come ha spiegato l’assessore Soccio gli interventi esterni di pulizia e contenimento delle infiltrazioni sono terminati. In effetto la piramide si presenta con il suo bianco originale.

Fuori è in corso di realizzazione una piattaforma di protezione.

I problemi sono all’interno dove il restauro è vincolato all’assoluta rimozione di ogni minima traccia di umidità tanto che è stato posizionato uno speciale apparecchio.

Fino a che tutte le pareti non saranno perfettamente asciutte (potrebbero servire mesi) sarà impossibile procedere al recupero delle pitture. In effetti si tratta non di affreschi ma di pitture a tempera su una sorta di parete d’appoggio.

Sarà il maestro Simone Settembre ad operare il recupero a condizioni ideali.

Fu lo stesso artista intorno al 1930 a commissionare l’opera al fratello, Prof. Catervo Gigli, diplomato in Belle Arti e scultore, che progettò il mausoleo di famiglia ispirandosi ai più antichi monumenti funebri della storia, le piramidi egizie.

Il monumento ha infatti una forma piramidale a base quadrata ed è interamente realizzato in conci di travertino.

Le spoglie dell’artista sono conservate nel sarcofago marmoreo posto dinanzi all’ingresso.

La piramide poggia su un basamento decorato con una greca scolpita a bassorilievo con elementi fitomorfi ispirati alla pittura egizia. Le stesse decorazioni scolpite sono presenti sui 12 pilastrini in travertino che delimitano il perimetro esterno del marciapiede.

L’ingresso al monumento funebre è sottolineato da un magnifico portale in marmo in stile egizio, a bassorilievo con simboli cristiani e pagani. All’esterno, ai lati del portale, due statue bronzee, realizzate dallo stesso Catervo, raffigurano le virtù teologali: Fede (donna che porta la croce) e Carità (donna con bambino).

L’interno del mausoleo è completamente dipinto a tempera a secco dal maestro recanatese Arturo Politi, su cartoni del maestro Biagio Biagetti (1877-1948).

Nella parete di fronte all’ingresso, sopra il sepolcro marmoreo del Tenore, all’interno di una mandorla di luce colorata con particolari a foglia d’oro, risalta la figura del Cristo risorto nel giorno del giudizio fiancheggiato da due angeli inginocchiati che reggono una lucerna ciascuno.

Agli angoli delle due pareti laterali sono dipinte altre quattro figure di angeli con lanterne e altri oggetti simbolici, collegate in basso da un’iscrizione.

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