Nota di Luca Lorenzetti

Il 09 Dicembre è finalmente partita la campagna per la raccolta differenziata nel territorio del Recanatese (notare la scelta del periodo prefestivo). Per il momento sono interessati solo alcuni punti centrali e nevralgici della città, mentre per altri si dovrà attendere. La raccolta è iniziata in maniera per ora transitiva, e a detta degli organi competenti, ancora da perfezionare. Trovo assolutamente giusto e civile applicare anche nel nostro comune tale iniziativa, visto anche il recente rinnovamento legislativo nella costituzione in tal senso. Apprendendo la notizia non nascondo di aver saltato per la gioia. Ho pensato, “Era ora”. D’altronde eravamo quasi un fanalino di coda, e non mi limito a parlare solo dell’ambito territoriale. Quindi, ben venga. Porrei l’accento sulla raccolta, non la differenziazione, poiché ad onor del merito, molti cittadini differenziavano già da tempo, chi portando la spazzatura nelle isole ecologiche, chi si ingegnava più o meno a proprio modo. Difatti il mio criticismo è rivolto soprattutto alla metodologia della raccolta, e non della divisione in sé. Siamo d’accordo che è ancora in una fase sperimentale, ma prima di lanciare una campagna occorre che la stessa sia studiata a tavolino un po’ meglio di com’è stato fatto, e soprattutto dettagliatamente. Temo che questo schematismo di raccolta abbia innescato una variazione peggiorativa nel territorio cittadino. La prima cosa a cui si sarebbe dovuto pensare, era la distribuzione dei contenitori specifici, atti alla raccolta stessa. Far portar via i vecchi contenitori, ingombranti, fatiscenti, persino datati in alcuni luoghi, era giusto, ma a patto che sarebbero stati rimpiazzati con altri nuovi, adatti, e ognuno con i propri colori; giallo(per i non differenziabili), verde(per la carta), blu(plastica), bianco, e così via. Commendevole il fatto che ciò non sia avvenuto. I cittadini si sono trovati spiazzati cercando di buttare i propri rifiuti senza gli appositi contenitori. Quelli che erano rimasti, infatti, erano quelli per l’umido (molti), e al massimo qualcuno per il vetro (pochi). Che ne è stato di quelli adatti a contenere la carta, la plastica, e i non differenziabili? Mistero. Nel frattempo in alcune zone hanno fatto comparsa tutte le giuste tipologie, ma ahimé, non tutti potevano usufruirne. Erano chiusi a chiave, e recavano la didascalia -“Ad uso di…/Solo per…”-, nome dell’attività commerciale o dell’eventuale ditta autorizzata all’utilizzo, a seguito.

Desideroso di saperne qualcosa di più, faccio una telefonata, o meglio, due telefonate; una al Consmari l’altra al comune. Dalla prima mi sento rispondere che i suddetti contenitori sono ad esclusivo uso delle attività commerciali e imprenditoriali, e che sono distribuiti sistematicamente dalla stessa. Alla mia domanda su come noi cittadini avremmo dovuto comportarci in merito, mi sono sentito rispondere, “Arrangiatevi voi” (sic.) All’info-  sportello comunale preposto alla raccolta, la musica cambia. Da critico scomodo qual è il sottoscritto, e dato che mi trovavo in tema, sollevo anche un altro quesito alla paziente impiegata che mi risponde all’altro capo; faccio notare che non tutti i giorni vengono ritirati tutte le tipologie di rifiuti, quindi in attesa del prossimo ritiro, per esempio della plastica, ci corrono dei giorni in mezzo, e la spazzatura nelle nostre case si accumula. Problematica credo, più che legittima. Dopo aver appurato che neanche gli organi comunali sono addetti alla distribuzione dei fantomatici contenitori, noi cittadini ci troviamo senza cassonetti esterni, ma con pile d’immondizia all’interno delle nostre case, in attesa di essere smaltita. La situazione si complica ulteriormente, per chi come me, ha anche delle persone diversamente abili nelle proprie case. Dovrei comprare file di bidoni per spazzatura e allestire una sorta di pulcinellesco mercatino all’interno del mio cucinotto. L’impiegata mi fa notare che non sono costretto a comprare un bel nulla, ma potrei arrangiarmi con scatoloni di fortuna, adattati all’occasione. Una cosa che nell’arredamento, fa la sua porca figura. L’alternativa è comprarli a nostre spese e parcheggiarli nella tromba delle scale, per poi tirare fuori di volta in volta quelli interessati, e portarli nell’area di smistamento nei giorni idonei, seguiti da riposizionamento nel mio vano scale; non plus ultra, tra l’altro, la mia zona abitativa è classificata area privata. Così, se io o la mia consorte, non dovessimo essere a casa, costretti purtroppo a lavorare, dovremmo affidarci alla mia ferrea e ottantatreenne suocera, che si troverebbe a trascinarsi il bidone, in un percorso di svariate centinaia di metri, a giorni alterni, per poi ovviamente riportarlo indietro a raccolta avvenuta; credo non sarebbe l’unica, e la vedo già accodata a tanti altri, visto che la mia zona è composta da condominii dove il 98% è costituito da nuclei familiari in età avanzata. Sollevando perplessità, faccio notare all’impiegata che questo schematismo è oltremodo improponibile, e che nel maremagno di problemi tutti italiani, la situazione risulta emergenziale, visto che la raccolta è iniziata, e noi siamo pieni di rifiuti. La scelta del periodo prefestivo per lanciare la campagna inoltre, non si è rivelata delle più felici. I sacchetti sono stati distribuiti ad ogni famiglia coinvolta, ma visto il periodo, sono stati pochi, maledetti, ma subito. Chi ne avesse avuto bisogno poteva comunque ritirarli allo sportello comunale. Ci sono stato anche io, ed ho constatato che rispondeva a verità. Peccato solo che quelli destinati alla raccolta della carta, ovvero uno dei materiali insieme alla plastica, tra i più emergenti, erano davvero contati. Agli sgoccioli della vigilia di Capodanno, infatti, uno a famiglia. Un po’ pochini per contenere tutti i vari involucri di panettoni, pandori, torroni, merceologie e regalie d’ogni sorta. Tuttavia, riconosco almeno in questo il merito a chi è dovuto. Ormai smagato ed esausto, mi rivolgo nuovamente al Consmari, per chiedere come, e se, si possono richiedere i contenitori. Questa volta la risposta è esaustiva, almeno in parte. Come cittadini privati siamo epurati da qualsiasi iniziativa, ma tramite l’amministratore condominiale, si potrebbe provare a fare richiesta, e sottolineo provare. Detto fatto. In pieno periodo pre-natalizio, il 23 Dicembre, ci riuniamo d’urgenza e trattiamo la questione. Tutto a posto, richiesta inoltrata. Mi trovo a scrivere nei primi giorni del nuovo anno, i contenitori richiesti non sono ancora arrivati, e nelle notti ancora piene di luminarie festive, e strade zeppe di led e neon ad ogni angolo, che tagliano di luce le notti nebbiose, zigzagando tra la pioggia, vedo sfilare funeralistici cortei di cittadini che guidano auto piene di rifiuti; persone che sceglieranno di buttare l’immondizia altrove, ovvero in quelle poche isole rimaste illese dalla raccolta differenziata.