RECANATI - Paolo Angelici, 44 anni, avvocato con studio in città, è l’altro candidato alla Presidenza della BCC.
Ha ricevuto l’investitura da tutti i membri, con una sola eccezione, del Consiglio di Amministrazione uscente, che ha così deciso di proporre un cambiamento ai vertici secondo la logica del graduale rinnovamento.

“Pur complessivamente soddisfatti dei risultati conseguiti in termini di risanamento – dice – abbiamo ritenuto necessario un cambiamento per imprimere nuova energia al riavvicinamento della banca all’economia locale. Ho dunque deciso di accettare la candidatura alla guida della Banca per superare l’impasse esistente tra Presidente e Vice Presidente: sono un professionista di questo territorio, ne conosco le persone perchè qui sono nato, ho sempre vissuto e lavorato”.Angelici Paolo

“La mia forte motivazione per portare avanti con vigore e decisione il progetto di avvicinamento della BCC verso soci, clienti e comunità –prosegue- è alla base della fiducia che gli altri amministratori hanno riposto su di me. Nello stesso senso è stata assunta anche la decisione di rinnovare la lista con quattro nuovi membri di consolidata esperienza imprenditoriale e aziendale sul nostro territorio”.

“Con tali prerogative e nuovo slancio - fa osservare Angelici– intendiamo dar piena attuazione al piano strategico 2016-2018, che prevede appunto un crescente investimento di risorse organizzative e formative per lo sviluppo delle attività commerciali e delle iniziative per soci e clienti. Siamo diventati in pochi anni un modello di banca su molti aspetti virtuosa, con i conti in ordine, cambiando completamente rispetto al passato. Chi pensa a un progetto di rilancio che non tenga conto di queste premesse, rischia di compromettere quel lavoro costato grandi sacrifici”.

“Le condizioni organizzative e operative –rileva nel suo programma di candidatura- nonché l’acquisita dotazione patrimoniale consentono oggi alla BCC una rilevante capacità di erogazione del credito. Tale potenzialità va messa concretamente a disposizione della nostra economia locale per creare fiducia, stimolare la ripresa degli investimenti e la crescita. Ci proponiamo di rivolgere più attenzione e sensibilità ai piccoli imprenditori, artigiani e lavoratori autonomi che rappresentano la nostra linfa vitale e che hanno maggiormente sofferto la recessione economica e gli effetti della crisi di altri istituti bancari”.

“Così come siamo riusciti a realizzare il Piano di risanamento –rileva Angelici-, sono convinto attueremo il progetto di rilancio. Questa sfida costituisce un traguardo ambizioso ma tutto il mio nuovo gruppo darà il massimo impegno per conseguirlo potendo sempre contare sul personale che, accresciuto in questi anni nelle competenze e nella qualità delle prestazioni, ha costituito un modello organizzativo di banca più capace di realizzare gli obiettivi fissati. Ai dipendenti va la mia stima e ringraziamento per il sacrificio e impegno profusi e per i risultati raggiunti; su di essi ripongo fiducia per superare le sfide future”.

“Un punto fondamentale del mio programma –prosegue il legale- è l’adesione al Gruppo bancario ICCREA, che costituirà fattore strategico di sviluppo. Su questo tema si è registrata una delle maggiori differenze tra me e l’altro candidato alla Presidenza. Ho sempre espresso in modo chiaro e coerente la volontà di aderire ad ICCREA, intendendo continuare a cooperare con essa per il bene della banca e del territorio. Tale collaborazione ci ha permesso di erogare oltre 20 milioni di euro di finanziamenti (mutui, leasing, factoring ecc.) solo nell’ultimo anno. Negli ultimi due anni, all’interno della classifica ICCREA, la nostra BCC è risultata la migliore in Italia nel proprio segmento dimensionale. In ICCREA abbiamo già una partecipazione importante (3,2 mln di euro) e un rapporto consolidato: non possiamo dunque rischiare di cambiare direzione senza sapere a cosa andremo incontro nel gruppo bancario alternativo ancora in fase di costituzione”.

“Ritengo –conclude- che il Movimento di Credito Cooperativo abbia un notevole potenziale da esprimere e per farlo sia necessario credere nei suoi valori, rendendoli attuali e vivi. Va dunque contrastata la tendenza a imitare in tutto e per tutto le altre banche: c’è sempre da imparare, ma bisogna essere consapevoli della nostra natura e orgogliosi dei nostri punti di forza. Una BCC non vende solo denaro, ma promuove anche il benessere del territorio, il suo sviluppo economico, sociale e culturale. Pertanto una delle sfide più impegnative del futuro sarà proprio difendere dall’omologazione la biodiversità delle BCC: in essa risiede la via di sviluppo futuro e di tutela occupazionale. Non è dunque il momento di cedere al disfattismo, perché così si vanificano i molti sacrifici fatti per il risanamento di un’istituzione che ha più di settant’anni di storia e che mi auguro possa avere ancora lunga vita. Ciò dipenderà anche dalla prossima assemblea; per questo invito i soci a partecipare dando un contributo responsabile e costruttivo alla nostra BCC. Quest’ultima è un’infrastruttura: occorre averne profondo rispetto affinché ne possano usufruire tutti, anche le generazioni future”.