RECANATI - Niente ginestra, girasoli per Leopardi. Con questo clima non si trova più nemmeno la ginestra.

Inutile arrampicarsi sugli specchi o sul Colle dell’Infinito alla ricerca di una lettura diversa delle «magnifiche sorti e progressive».

Il rapporto con la natura Leopardi lo aveva cantato due secoli fa ed oggi, sia detto con tutte le cautele del caso, lo si rileva anche nei dettagli, quelli che propone una stagione siccitosa come l’attuale, all’apertura delle Celebrazioni leopardiane per celebrare l’anniversario numero 224 della nascita del Poeta.gin

Appuntamento ieri pomeriggio nell’Aula Magna del Comune di Recanati e, come ogni rituale che si rispetti, le Celebrazioni hanno dei passaggi fissi.

Uno dei dettagli che formano la scena è, di solito, la presenza dei fiori della ginestra. Quest’anno si è dovuto fare a meno delle ginestre, a Recanati e nei dintorni non se ne sono trovate di presentabili, fiorite e in Comune hanno sostituito la ginestra con i girasoli.

Certo, «E tu, flessibile ginestra, che abbellisci di cespugli odorosi questi campi inariditi, anche tu cadrai presto davanti» scriveva Leopardi riferendosi per la verità alla zona vesuviana, dunque un conto è la ginestra, fiore simbolo della poetica leopardiana e della condizione umana, un altro i girasoli, che richiamano un altro grande della cultura europea, Vincent Van Gogh.

I tempi cambiano, la natura muta, le parole restano, in particolare quelle potenti usate da Giacomo Leopardi che oggi Recanati celebra con un doppio evento, prima in Comune poi al Colle dell’Infinito con il recital di Maurizio Gifuni che mette in relazione testi e emozioni di Leopardi e di Pasolini.

In Aula Magna, quella che vide Giosuè Carducci conferenziere nel centenario della nascita di Leopardi, la cerimonia si è aperta - in sala diversi esponenti della famiglia Leopardi guidati dalla contessa Olimpia Leopardi -con i saluti del presidente del Cnsl Fabrizio Corvatta, del sindaco Antonio Bravi e dell’assessore comunale alla cultura Rita Soccio, di Olimpia Leopardi per la famiglia del Poeta.

gin1Il sindaco Antonio Bravi: «Sento in questa sala e in questa occasione sempre una grande emozione, un appuntamento, quello con le celebrazioni leopardiane, che proponiamo ogni anno con sempre maggiori interesse ed attenzione. Per prassi il Comune non interviene sulle scelte del premio, nella fattispecie ci fa piacere sottolineare il fatto che il premio vada alla memoria di Franco Foschi».

Saluto in video dall’assessore regionale alla cultura Giorgia Latini, poi l’intervento di Fabio Corvatta, presidente del Cnsl, che ha preliminarmente ricordato le figure di Luigi Blasucci, di Giacomo Leopardi e di Anny Semplici.

«La considerazione istituzionale - ha detto Corvatta - di cui gode il Csnl è nella visita del presidente della Repubblica Mattarella e del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ci ha raddoppiato i finanziamenti, poi le donazioni importanti di privati, le collaborazioni si stanno ampliando ed oggi abbiamo firmato un’intesa con l’Ente Ville Vesuviane».

Non poteva mancare il riferimento di Corvatta alla scelta di Franco Foschi per il premio Leopardi: «Ci sono stati unanimità ed entusiasmo nell’accogliere la proposta, la legge Leopardi nel mondo porta la sua firma. Ringrazio la famiglia Foschi, mi ricorda un’amicizia personale, per me oggi è una gran bella giornata, giusto riconoscimento a chi tanto ha dato e non ha avuto il giusto riconoscimento».

L’assessore Rita Soccio ha rivolto in particolare un saluto agli studenti «che si sono impegnati in una tematica particolare».

gin4La contessa Olimpia Leopardi: «il nostro pensiero va a Franco Foschi e a quella generazione di grandi uomini e grandi donne che hanno lasciato un segno indelebile nella ricerca leopardiana. Il professore aveva lunghi colloqui con mia nonna, era austero, io ero piccola e ne avevo soggezione . Foschi era uno studioso vero, serio, sapeva accettare tutti i punti di vista anche quelli più lontani dai suoi. Ha giocato tanti ruoli;: marito premuroso, padre affettuoso, medico stimatissimo, politico di razza, appassionato della luce della cultura».

Due relazioni per ricordare la figura di Franco Foschi, quelle del funzionario internazionale Andrea Angeli e di Fabiana Cacciapuoti, già responsabile del Fondo Leopardiano della Biblioteca Nazionale di Napoli.gin2

L’intervento di Andrea Angeli: «Politici di professione? Franco Foschi ha fatto la trafila, sindaco, sottosegretario, ministro. Franco i compiti a casa li ha fatti. Quando si è trovato di fronte la grande crisi della Fiat degli anni Ottanta, Franco sapeva cosa fare, aveva esperienza. Altri avrebbero sventolato bandiere, guardate cosa abbiamo fatto, noi marchigiani ci muoviamo con delicatezza. Dobbiamo moltissimo a Franco Foschi se il Paese è rimasto in carreggiata, noi siamo cresciuti con il motto se va bene la Fiat va bene l’Italia, e la Fiat era sull’orlo del precipizio, lo diceva Enrico Cuccia, 14mila licenziamenti annunciati negli anni Ottanta, c’erano le Brigate Rosse, testa a testa Dc Pci. Foschi era ministro del Lavoro e conduceva quelle trattative, non si diede per vinto e riuscì a strappare un accordo. Quello fu un modello per tutte le trattative sindacali».

Angeli ha poi sottolineato l’impegno di Foschi sul fronte della politica estera e dell’emigrazione, il suo essere un precursore 40 anni fa dello spirito europeo, il sostegno al Consiglio d’Europa e al dialogo con i russi.

Fabiana Cacciapuoti: «Franco Foschi era un visionario, un uomo dell’accoglienza, mi ha invitata lui a Recanati appena diventato presidente del Cnsl e non me ne sono andata più. Prese un Centro chiuso e lo rese pulsante, Foschi conosceva perfettamente Leopardi, capiva che era l’autore giusto per toccare i temi della modernità che anche a lui erano a cuore».

Consegna del premio Leopardi nelle mani di Anna Foschi, figlia dell’ex ministro.

Grandi figure del recente passato, ma anche attenzione al futuro con la consegna del premio Leopardi agli studenti vincitori della sesta edizione. Prima Benedetta Tani del liceo Torricelli Ballardini di Faenza, seconde ex aequo Rachele Rossini del Classico di Foligno e Matilda De Riva dell’Iis Ferrari di Este (Padova, terzo Matteo Verrone del i liceo Sannazaro di Napoli.

In un angolo a lato del tavolo degli oratori è stata esposta una lettera autografa di Giacomo Leopardi indirizzata al padre, conte Monaldo: «Mio caro Papà .. io non ho mai tradito il segreto». Firmato: «Il suo Giacomo», donazione degli eredi della famiglia del sen. Volponi al CNSL

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