ANCONA - Dopo alcuni gravi fatti di cronaca e il dichiarato pericolo di infiltrazioni criminali nel tessuto socioeconomico della Regione o nella ricostruzione post sisma, la capogruppo di Fratelli d'Italia presenta una iniziativa legislativa per il contrasto alla mafia.

"Sono partita dalla legge regionale numero 27 del 2017, di cui condivido lo spirito volto alla introduzione di una cultura seria della legalità – esordisce Elena Leonardi – e mi sono accorta che essa si occupa solo di prevenzione e di sostegno a vittime di usura e attività mafiose non prevedendo però alcun tipo di azione volta al contrasto. Occorre preoccuparsi ed agire nel mentre, ho così inteso modificare questa legge regionale per attualizzare e contestualizzare una situazione che negli ultimissimi anni anche nelle Marche sta purtroppo degenerando e necessita di un maggior impegno da parte di tutte le istituzioni, Regione Marche compresa, in maniera più concreta e fattiva".

La proposta di legge a firma Leonardi difatti agisce su più fronti, dando più operatività alla Consulta regionale per la legalità ed istituiendo un Tavolo Tecnico che deve 1563949735151290coordinarsi, gioco-forza con essa. La Consulta, con la modifica apportata dovrà predisporre un rapporto periodico con cadenza annuale sulla situazione del crimine organizzato e mafioso e sui fenomeni corruttivi nelle Marche, sulla base del monitoraggio dei fenomeni che concorrono o che favoriscono lo sviluppo sul territorio regionale e del monitoraggio di aree critiche del territorio regionale maggiormente esposte alle infiltrazioni mafiose e a fenomeni di criminalità mafiosa e corruzione. Il Tavolo Tecnico deve invece avere funzione di confronto fra esponenti della società marchigiana sui temi del fenomeno delle infiltrazioni mafiose e del contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa.

"Un'altra modifica che intendo apportare è una più stringente attività della Giunta Regionale, sulla costituzione in giudizio dell'Ente in procedimenti penali per reati legati alla presenza della criminalità organizzata e mafiosa sul territorio marchigiano, al fine della tutela dei diritti e gli interessi lesi della comunità regionale marchigiana. Difatti – continua Leonardi – la Regione dovrà valutare la costituzione in giudizio, in tutti quei procedimenti penali, relativi a fatti commessi nel territorio della regione, in cui, nella richiesta di rinvio a giudizio, siano contestate imputazioni per il delitto di associazione mafiosa e altre fattispecie legate agli 416 bis e 416 ter del Codice penale. Dopo la presentazione e l'approvazione in Consiglio Regionale di varie mozioni sul contrasto alle mafie e alla richiesta al Governo di una sezione della DIA nelle Marche, la presente proposta di legge  deve diventare concretamente uno strumento operativo che si cala nella realtà produttiva e sociale marchigiana con funzioni di confronto tra vari esponenti rappresentati proprio di quelle realtá produttive che fanno gola alla criminalità prevedendo, tra gli altri, le associazioni di artigiani, commercianti, agricoltori, le camere di commercio, enti locali, associazioni impegnate in azioni a favore della legalità".