MACERATA - «Il suolo delle Marche è stato rovinato da 60 anni di agricoltura industriale», ad affermarlo è Bruno Garbini ideatore del Progetto ARCA e Presidente di Arca Srl Benefit. Al centro degli studi, delle sperimentazioni e del lavoro di Arca c’è il suolo. Il motto è da anni "Terra Buona, Cibo Sano" e l'equazione fondamentale è: "Suolo Sano = Cibo Sano = Gente Sana = Pianeta Sano".

«Il suolo è tutt’oggi per molti uno sconosciuto, perché solo i pedologi, gli agronomi e i biologi lo conoscono a fondo. Eppure è lui che sostiene la vita sul nostro pianeta attraverso numerosi servizi ecosistemici diversi dei quali dovrebbero essere erogati attraverso l’agricoltura. Per esempio la produzione del cibo – continua Garbini - Il suolo insieme all’acqua e all’aria, rappresenta quello che io chiamo il “Triangolo della vita”».

Dagli anni ’60 ad oggi, con l’agricoltura industriale, il contenuto di sostanza organica nei suoli si è più che dimezzato passando da una media del 2% a quella dello 0,9% e, esperienza diretta di Arca, «in alcuni punti abbiamo riscontrato addirittura lo 0,3%, quasi vicino alla desertificazione. La vitalità dei suoli, cioè la presenza di organismi viventi si è progressivamente impoverita. 1 grammo di terreno sano e fertile può contenere parecchie centinaia di milioni di cellule – afferma Bruno Garbini - In alcuni casi noi nelle Marche, abbiamo riscontrato suoli senza apparente evidenza né di lombrichi né di insetti, sembravano proprio sterili. E dov’è finita la biodiversità del nostro suolo stimata nel 25% di tutta quella esistente nel nostro pianeta? La cattiva qualità dei nostri terreni ha trovato evidenza negli ultimi fenomeni atmosferici abnormi con vaste alluvioni anche qui nelle Marche. Il suolo non trattiene più l’acqua, essendo ormai povero di vitalità e di sostanza organica, per cui essa erode la parte migliore del suolo, quella superficiale più fertile, e attraverso il reticolo secondario la scarica a gran velocità nell’asta fluviale dove inevitabilmente si creeranno straripamenti e disastri come già avvenuto. Noi di Arca abbiamo avuto modo di osservare un terreno coltivato con le nostre pratiche biologiche rigenerative durante l’inondazione del Misa-Nevola e l’abbiamo visto resistere a 146 mm di pioggia continuativa senza aver costatato nei canali di scolo né fenomeni erosivi evidenti né tantomeno cedimenti franosi sulla sua superficie».foto suolo ARCA

Il consumo di suolo «attraverso la cementificazione e conseguente sottrazione all'agricoltura dei suoli, soprattutto di pianura che sono i più fertili, prosegue senza soluzione di continuità. Basta guardare cosa sta succedendo nella nostra Vallesina. Quando invece basterebbe ricostruire sulle aree industriali dismesse o riutilizzare l'enorme quantità di capannoni vuoti. È un danno enorme perché riduce la formazione di quei servizi ecosistemici indispensabili alla vita – sottolinea il Presidente di Arca -

Tra l’atro, il recente Rapporto FAO per la prima volta ha calcolato i costi nascosti ambientali, sanitari e sociali dell'attuale sistema agroalimentare in 154 Paesi che ammontano ad almeno 10.000 miliardi di dollari e che comprendono anche i danni apportati al suolo. È la prima denuncia istituzionale che il nostro modo attuale di alimentarci è totalmente errato e questo ci dà nuova linfa ed energia ad andare avanti per portare il nostro contributo al superamento di questo modo scellerato di vivere e sprecare appropriandoci di risorse che appartengono alle future generazioni»

I terreni sani «sono soffici, piacevoli da camminarci sopra, hanno il caratteristico profumo di sottobosco. I suoli sani sono popolato da biodiversità: lombrichi, insetti compresi i fondamentali impollinatori - sottolinea il Presidente di Arca Bruno Garbini - Il Progetto ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente), nacque nel 1988 proprio dall’esigenza di affrontare quelle nuove problematiche. Nel 2016 è nata invece Arca Srl Benefit, società di servizi fondata insieme agli imprenditori Enrico Loccioni e Giovanni Fileni: sono iniziate le sperimentazioni e già dallo scorso anno sono arrivati i risultati definitivi, ma sempre migliorabili, su come coltivare in biologico riogenerativo i seminativi vedendo pian piano rinascere i suoli sui quali si stava intervenendo. Entro un anno e mezzo, saremo pronti a passare dalle materie prime ai prodotti finiti e ai primi test di accettabilità e gradimento degli utenti finali».
Il Progetto ARCA infatti vede «in un'unica sequenza la corretta alimentazione; la qualità e la sanità dei cibi; l’attività agricola da considerarsi come impresa e come gestore responsabile del territorio; la rigenerazione ambientale apportata dall’agricoltura biologica rigenerativa (disciplinare ORSS®) che riattiva tutti i sevizi ecosistemici al suolo, all’acqua e all’aria, i veri pilastri della vita purtroppo oggi completamente bistrattati; la rinnovata fiducia tra l’uomo che mangia e l’uomo che produce il cibo con la giusta consapevolezza. Le tematiche inerenti il suolo e l’impatto sulla salute dell’uomo «sono anche al centro di un bellissimo libro recentemente dito da Edagricole e curato da Vincenzo Michele Sellitto dal titolo “Microbioma. One-Health: dal suolo al benessere dell’uomo”».

Nella foto il progetto di Arca "Agribiocons" che paragona il suolo coltivato in biologico (lato sx della foto) e suolo coltivato con pratiche biologico rigenerative (lato dx della foto). Al centro ci sono i dispositivi che misuravano l'erosione del suolo, che hanno dimostrato performance migliori con la coltivazione biologico rigenerativa.