Sta per uscire il video che i Vote For Saki (foto a dx) hanno apvote_for_sakipena realizzato per promuovere il loro disco e il relativo singolo.

Uno sguardo su alcuni video dei Vote For Saki postati su Youtube:

http://it.youtube.com/results?search_query=vote+for+saki&search_type=&aq=f


 

 

 

 

 

 

 

Un’altro gruppo recanatese sta intanto incrementando la sua attività, anche all’estero, sono i Der Feuerkreiner, reduci da un tour in Spagna (nelle foto Valentina Castellani e Federico Flamini).

vale

 

 

Industrial, eso-industrial, neofolk: comunque lo si voglia definire il genere di appartenenza dei Der Feuerkreiner è e rimane legato indissolubilmente ad una matrice palesemente marziale, disciplinata, ma nel contempo accarezzata da sonorità vocal-strumentali che ne stemperano l'eccessiva rigidità. Edito per la Neuropa Records, questo cd album disponibile in tiratura di 1000 copie, racchiude nove tracce di granitico underground industriale, heavenly voices e qualcos'altro che sfugge ad ogni possibile catalogazione. Il duo di Recanati vanta un trascorso artistico assai apprezzabile che include tra gli altri ottimi lavori anche un significativo 12" del 2004 intitolato "La 'Nvidia" che costituisce un piccolo motivo di orgoglio nella collezione discografica degli adepti del generis. Addentrandoci nell'opera incontriamo l'opening track affidata a "Nimm die Schatten", umbratile e dalla ritmica contaminata da drum beats sporchi, frammisti da sporadici interventi vocali femminei e piano in lontananza. Ke yboards solenni e i vocalizzi di Valentina sorreggono "Unsere Zeit" dove il suono del progetto crea evocative lagune di melodia decadente a cui confluiscono importanti inondazioni ritmiche stile In the Nursery. "Abkern von Macht" sospinge una cavalcata caratterizzata da larga leggibilità espositiva e privata abilmente da quelle federicoastrusità che rendono certe opere contestuali molto meno fruibili. Il piano e le strumentazioni manipolate da Federico incrociano i pads maestosi disseminati con metodo lungo tutto il percorso sonico della traccia, la voce della singer ricopre costantemente un ruolo fondamentale, ora suadente, ora rigorosa. Macchina ritmica formulata per trafiggere i sensi quella mossa in "Wissen ist Macht", mediante timbriche velenose high speed, attivanti nel contempo ingranaggi vocali harsch psicotici e glaciali, filtrati da distorted effects in perfetto tracciato Industrial. Architetture percussive sempre schematiche, addolcite da un sitar modulare compongono "Die Erde und der Krieg" che rende operativa nelle battute successive una battente scia di riff vocali forse in questo capitolo eccessivamente rindondanti. "Du, unsere Zeit", proietta paesaggi sonici cristallizzati, come se osservati dall'alto di un'enorme distanza per una ballata neofolk d'avanguardia pervasa da austero drumming. Il concetto di un algido poema sciorinato da Valentina con metro impietoso lo rileviamo in "Bitte", cupa nella sua densissima foschia tastieristica. L'assenza di ritmica ne incrementa notevolmente il phatos, offrendo quindi una traccia spoglia ed ossessivamente drammatica. "Gerechtigkeit!" dispiega un tracciato percussivo industriale irto di macropulsazioni che bombardano l'encefalo come ordigni bellici di ultima generazione, perfetti per una cyberdance sfrenata sotto un plumbeo cielo post-nucleare. Opposta atmosfera quella che riveste l'effimera "Am Abend" dagli apollinei segmenti vocali cadenzati dal tipico martial beat che ne edifica l'ossatura. Album maturo ch e potremmo definire "paradigma" nell'attuale discografia del progetto e che difficilmente deluderà, in quanto costruito con meticoloso metodo compositivo depennando quasi ogni negatività che avrebbe potuto insidiare un genere ostico come quello in esame. I DF elevano tutto il concept ad una graduatoria tendente all'alto senza compromessi di sorta. Sommando accuratamente le caratteristiche da noi riscontrate, non possiamo che esprimerci in termini più che elogiativi.

Atelier orchestrale bilanciato tra impetuosi stereogrammi industrial e melodie che oltrepassano l'inconscio, per musica riservata ad una ristretta cerchia di èlite.