Nota del coordinamento provinciale Sinistra Italiana

MACERATA - Nonostante sia stata appena acquisita da UBI Banca, il calvario di Banca Marche (e, soprattutto, dei suoi dipendenti) sembra essere lontano dalla conclusione.18518628 10210957252580793 254669888 n
I numeri che circolano in questi giorni parlano di oltre 1.500 esuberi tra Banca Marche, CariChieti e Banca Etruria. Se stiamo alla sola Banca Marche, poi, si parla della chiusura di circa un terzo delle sue filiali e di un drastico taglio dei suoi dipendenti, che potrebbero scendere sotto le duemila unità dopo essere stata sopra quota tremila non più tardi di due anni fa, ricorda Tiziana Spurio Deales,segretaria provinciale FISAC-CGIL.
Insomma: i numeri sembrano smentire i facili entusiasmi di chi salutava con gioia questa operazione, visto che neppure l’obiettivo della salvaguardia dei livelli occupazionali pare poter essere raggiunto.
L’onorevole Giovanni Paglia (gruppo Sinistra Italiana-Possibile e membro della Commissione Finanze), in occasione dell’incontro organizzato dal coordinamento territoriale di Sinistra Italiana su queste tematiche, ha ricordato come le prime perplessità relative alla gestione politica della crisi di questi quattro istituti bancari risalgano al 2015.
"Provammo a spiegare a Padoan che partire dal presupposto che gli obbligazionisti subordinati coincidessero con gli speculatori era totalmente sbagliato. All'epoca in Europa c'erano due dossier che riguardavano l'Italia: il primo era l'abolizione dell'IMU, il secondo era proprio quello delle quattro banche. L'Italia non aveva la forza contrattuale di tenere due dossier contemporaneamente e da una valutazione puramente elettorale si decise di portare a termine l'abolizione della tassa sulla prima casa anzichè risolvere senza problemi il dossier banche. Quello che la maggioranza di governo non comprese è che, andando a minare un mercato che si basa sulla fiducia, non si colpiscono solo quelle quattro banche ma tutto il sistema bancario." afferma Paglia.18492078 10210957249940727 822403779 n
Oggi più di ieri, la geografia delle banche italiane mostra una concentrazione sempre maggiore: restano pochi, grandi istituti che rischiano di essere inadeguati alla realtà imprenditoriale italiana,fatta, in prevalenza, di piccole e medie imprese. Il rapporto diretto tra il cliente e la sua banca di fiducia viene sostituito da algoritmi matematici senz’anima che aprono la strada, potenzialmente, ad un sistema bancario radicalmente differente da quello che conosciamo. "Questo è il sistema che piace a Padoan e Draghi" -precisa Paglia- "ed è quello contro cui Sinistra Italiana combatte e
combatterà."
Il forte legame tra banche e territorio è uno dei pilastri sui quali è nato il modello produttivo maceratese. Oggi viene a mancare una delle banche principali del nostro territorio, ed è più che lecito chiedersi cosa resta di quel modello in un contesto in cui la nostra provincia (e non solo) soffre a causa di una crisi economico – finanziaria di difficile soluzione ed è alle prese con una ricostruzione post sisma che sta incontrando troppi ostacoli, anche di carattere burocratico.
"Sicuramente ci saranno seri problemi di ripresa dopo il sisma che ha colpito parte della nostra Regione"-chiude Spurio Deales-"poichè le grandi banche non hanno interesse a finanziare i piccoli creditori come invece è successo dopo il sisma del 1997".