Nota di Antonio Bravi, candidato sindaco

RECANATI - Fino ad oggi abbiamo evitato di rispondere ai vari comunicati di critica al nostro operato, anche se quasi sempre provocatori e avulsi dalla realtà, preferendo comunicare quanto realizzato e le proposte per il futuro.

Dopo quello diffuso dal candidato sindaco del centrodestra, Emanuele Pepa, alla fine del suo giro dei quartieri, mi resta difficile non intervenire.

Non tanto per l’attacco alla nostra amministrazione quanto a quella frase che trovo totalmente irrispettosa nei confronti delle persone che, all’interno del Comune di Recanati, si sono spese lungo tutti questi cinque anni per dare alla città e ai recanatesi quanto abbiamo oggi.Bravigiunta

Capisco che sia difficile fare una campagna elettorale sul niente. Mi troverei in difficoltà anch’io se dovessi attaccare un’amministrazione che lascia in eredità ai propri concittadini 50 milioni di opere pubbliche già partite o in partenza, tutte coperte con fondi PNRR o fondi sisma 2016; che ha reso Recanati protagonista indiscussa della cultura, della poesia e della musica; che ha riportato i turisti a vivere la città, a visitare i suoi musei, a frequentare le sue strutture ricettive; che è stata costantemente vicina a tutte e tutti, ampliando il nido, i servizi alla persona, il supporto alle disabilità e alle fasce fragili, sostenendo attivamente tutte quelle associazioni che se ne fanno carico.

È innegabile e inconfutabile l’attenzione che quotidianamente abbiamo dato e vorremmo continuare a dare alle persone. Sono state il centro di tutta la nostra politica e hanno prodotto dei numeri che il candidato Pepa dovrebbe conoscere prima di lanciare slogan a caso, che possono anche fare effetto, ma alla lunga finiscono per dimostrare l'assoluta non conoscenza della realtà.

Dichiarare «telefoni che suonano a vuoto, email o lettere a cui non si risponde e porte chiuse del palazzo comunale» vuol dire non avere nulla da dire sul futuro che si vuole proporre per questa città. Perché magari non tutti i cittadini sanno cosa e quanto il Comune ha prodotto, siamo tutti un po’ presi dalla nostra vita e la nostra attenzione è più rivolta ad una buca sotto casa che al cantiere della nuova scuola Gigli che finalmente ha preso il via, o alla nuova bretella che ci porta agevolmente ad Ancona, o all'asilo nido comunale che si sta ampliando, ma è chiaro che si sta mistificando la realtà e denigrando il lavoro e l’onestà di troppe persone.

Il Comune ha assunto, negli ultimi 5 anni 52 nuove risorse per sostituire pensionamenti, spostamenti o semplicemente per integrare un servizio che andava potenziato. Abbiamo 3 assistenti sociali a tempo pieno e altri 5 dipendenti dedicati al settore che, coordinati dalla dirigente, si confrontano quotidianamente con i servizi dell’AST 14, con le forze dell’ordine, i medici di base, con la scuola, l’Ircer, le caritas, la consulta del volontariato sociale, le comunità di accoglienza, l’ente regionale per le case popolari, e quanti per lavoro o per missione, consapevoli del valore di ogni essere umano, non vivono con l’obiettivo di timbrare il cartellino, ma di apportare un miglioramento alla vita di una donna vittima di violenze, di un malato non autosufficiente, di tante, troppe famiglie che il quadro economico generale ha messo in difficoltà.

E a riprova di quanto siamo stati con la gente e in mezzo alla gente, abbiamo anche lo sfogo del buon Luca Marconi che si era fatto saltare la mosca al naso davanti alle campagne di ascolto fatte quartiere per quartiere, organizzate nel pieno della nostra funzione per confrontarci con i concittadini sui problemi, sulle esigenze, e anche sulle ipotetiche soluzioni.
È facile parlare per “sentito dire”, potremmo farlo tutti se non avessimo l’onestà intellettuale per capire che non è corretto mettere le parole in bocca agli altri. Chi amministra lo fa con i fatti. Tutto il resto è mera campagna elettorale, di quelle di un ventennio fa, dove per recuperare voti, si promettevano mari e monti, e pure qualche collina. E magari si denigra l’avversario perché ieri aveva una coalizione e oggi ne ha una più ampia, sapendo bene che in politica, il lavoro di “ricucitura” degli strappi e la capacità di trovare un modo di stare insieme anteponendo ai personalismi il benessere della comunità non è un demerito ma un grande valore.

Chiudo ricordando a Pepa, che rispetto come imprenditore e come politico viste le sue passate esperienze, che se dovrà amministrare la città, dovrà imparare a scindere quanto è nella competenza del Comune e quanto di altri enti o privati. Il Gallery, ad esempio è un tema di enorme importanza, e tutti vorremmo vederlo riaperto, ma le decisioni non sono in capo al Comune, il quale può solo favorire una soluzione, cosa che stiamo facendo con grande impegno.

Per le Clarisse non possiamo dimenticare che la cessione agli IRCER fu fatta dall’amministrazione in cui lui sedeva come consigliere comunale di maggioranza, per far quadrare un bilancio disastrato. Naturalmente non ha risolto nulla, ma ha solo spostato il problema su un altro Ente che da allora si è trovato a doverlo gestire con tutto ciò che ha comportato.

Infine speriamo che la promessa di voler trasformare Piazza Leopardi nel “ salotto della città” non sia la folle idea di far passare le auto addirittura dietro la torre e al monumento del nostro caro Giacomo. Credo che qualsiasi recanatese con anche solo un briciolo di amore per la propria città, si opporrebbe a uno scempio simile.