MACERATA - Il club maceratese ha festeggiato l’anniversario della fondazione a cui parteciparono tanti nomi illustri. Tra gli ospiti il Rettore John Francis McCourt al ritorno dalla Cina e il direttore artistico del Mof Paolo Gavazzeni che ha dato alcune indiscrezioni sulla prossima stagione lirica: “Apriremo al pubblico le prove di insieme delle opere”. Al termine concerto di Héctor Ulises Passarella

Il magnifico Rettore al rientro dalla Cina, il direttore artistico dell’Opera Festival e il premio Oscar per la colonna sonora del film Il Postino. Non è mancato davvero nulla al Teatro della Società Filarmonico Drammatica nella serata di gala per celebrare la charter del Lions Club Macerata Host, che proprio ieri raggiungeva ben 65 anni di attività.

Per l’occasione i soci riuniti hanno partecipato ad una conviviale durante la quale sono intervenuti ospiti illustri e naturalmente il presidente del Club Massimo Serra.Il teatro della Filarmonica

«Sono molto onorato di essere qui a celebrare con voi questa data - ha detto il Rettore John Francis McCourt - sono appena rientrato dalla Cina dove ho visitato la tomba di Matteo Ricci e partecipato ad alcuni importanti incontri. Ho avuto anche il piacere di parlare con i nostri alunni laureati a Unimc che ora lavorano nella Camera di Commercio cinese. Il nostro è un ateneo in salute e in forte crescita di cui la città può andare orgogliosa».

Sempre sul lato culturale anche la presenza di Paolo Gavazzeni, direttore artistico del Mof scelto per sostituire l’uscente Pinamonti, che ha dato alcune indiscrezioni sulla prossima stagione lirica: «Quest’anno vorrei aprire al pubblico non l’anteprima - spiega Gavazzeni - ma le prove di insieme, ossia quelle recitate in abiti borghesi in cui gli attori e le comparse provano i movimenti che poi andranno in scena. Le ritengo molto interessanti perché danno tanti scorci di come pnasce una produzione operistica. Inoltre vi confesso che non sono un amante delle reinterpretazioni eccessivamente moderne, ovviamente non dobbiamo chiuderci in una dimensione museale ma è importante mantenere un legame con le emozioni veicolate».

Ospiti a parte quello dei 65 anni del Lions Club Macerata Host è stato un percorso lungo, ricco di impegni e soddisfazioni: «Il nostro motto è WeServe - ha detto Massimo Serra - ossia noi serviamo. Per questo in ogni nostra manifestazione cerchiamo di creare qualcosa di utile per chi ne ha bisogno, dai villaggi per ospitare le vittime del terremoto, alla raccolta degli occhiali usati, dal sostegno al Wolisso in Etiopia dove studiano e vivono oltre mille bambini alla difesa degli ecosistemi e delle api. Le attività Lions sono trasversali ma sempre rivolte alla solidarietà sia attraverso sostegni logistici che economici».

Nella serata sono stati ricordati i nomi dei soci fondatori che nel 1959 gettarono le basi per il Club di Macerata, tanti cognomi noti maceratesi che hanno lasciato una traccia profonda, dando lustro alla città. Ricordato più volte anche il compianto avvocato Massimo Olivelli già presidente e governatore Lions: «A lui sarà dedicato il villaggio di Arquata del Tronto - ha detto Francesca Romana Vagnoni, presidente della Fondazione Lions per la solidarietà distretto 108A che veicola i fondi per i singoli progetti - la nostra Fondazione permette di avere maggior controllo sulle somme che possono essere così erogate più rapidamente. Si tratta di un modello per gli altri Club Lions, essendo stata la prima in Italia». Presente anche Marco Candela, Governatore del distretto 108A che ha elogiato l’operato del Club.

Al termine della cena è arrivato anche il momento artistico con un ospite conosciuto in tutto il mondo per la sua musica che ha ottenuto un premio Oscar con il Film Il Postino recitato da Massimo Troisi. Si tratta di Héctor Ulises Passarella maestro del bandoneón che ha eseguito pezzi classici ma anche di sua produzione. «Mi rendo conto che il tango in Italia è poco conosciuto - spiega Passarella - non si sa molto di più dell’aspetto folclorico. Invece ci sono dei veri poeti del tango, per noi il tango non è sensualità ma dramma, il dramma di chi ha lasciato tutto per andare a vivere dall’altra parte del mondo. Realmente è un dramma in tre minuti».

La piacevole serata si è così conclusa sulle note del bandoneón, strumento principe del tango, tra l’altro diffuso in Uruguay e in Argentina proprio dal maceratese Luigi Mariani.