RECANATI – Fra pochi giorni, unico reparto nelle Marche, chiuderà l’ostetricia del “S. Lucia”, ospedale a misura di bambino per l’UNICEF, primo a praticare il parto in acqua o in ambiente familiare assistito. La fredda logica dei numeri che però non penalizza il privato pur se sotto i 500 parti annui.neonato

Ma a fare notizia, in un silenzio assordante delle istituzioni in queste ore precedenti la chiusura del 31 dicembre, è l’impedimento ad un neo papà di assistere la moglie che aveva appena partorito per un divieto imposto dall’ospedale in quanto in quella stanza le altre degenti erano di religione musulmana e secondo la legge coranica le loro eventuali nudità potevano essere viste da un uomo diverso dal marito.

Sarebbe bastato trasferire la donna in una stanza diversa e il problema religioso sarebbe stato risolto. Un po’ mancata lungimiranza da parte della direzione ora fa scoppiare un caso.

A denunciare l’accaduto è stato il signor Enrico Marchetti di Porto Recanati, la cui moglie ha felicemente partorito al S. Lucia” ma dove gli è stata impedita l’assistenza ed invitato a farla fare da una donna, che sarebbe stata ammessa nella stanza dove la signora di religione musulmana era degente, anche lei dopo un felice parto.

Ovviamente subito il discorso è scivolato sulla non reciprocità e non adeguamento alle nostre norme di vita da parte dei musulmani fuori dei loro paesi dove invece gli occidentali sono sottoposti al più rigido obbligo di rispetto delle leggi coraniche.

Ma la polemica è anche andata oltre perché secondo lo stesso Marchetti, nonostante ci sia un divieto a tutti gli uomini di fare assistenza (cristiani e musulmani, per dirla religiosamente), i mariti musulmani possono rimanere in reparto contravvenendo le disposizioni.esterno ospedale

Vedremo come reagirà la direzione sanitaria del “S. Lucia” a questa querelle in un momento per altro in cui servirebbero ben altre levate di scudi sul destino del reparto neonatale.

Per ora gli unici a parlare sono gli esponenti di Forza Nuova, non sulla chiusura del reparto ma solo per denunciare “gli italiani stranieri nella propria terra”

“Forza Nuova si legge in una nota del coordinatore provinciale Tommaso Golini- prende posizione in merito a quanto accaduto all’ospedale di Recanati, dove alcuni genitori non hanno potuto accudire le proprie mogli per via della presenza di donne musulmane. Gli italiani stanno diventando stranieri nella propria terra discriminati non solo nelle politiche sociali e nell’assegnazione degli alloggi popolari, ma ormai anche in sala parto, a favore di personaggi che manifestano la loro fiera emancipazione nei confronti della comunità recanatese da cui attingono sostentamento e confortante ospitalità. E’ evidente come il progetto di integrazione sia fallito miseramente, nella misura in cui è evidente il fallimento della nostra classe politica, che continua a spendere tempo e denaro in progetti ad hoc per extracomunitari anziché occuparsi dei numerosissimi cittadini in difficoltà sfrattati, disoccupati e non stabilmente inseriti nel mondo del lavoro. Nei prossimi giorni Forza Nuova sarà in piazza a Recanati contro l’immigrazione, e contro il fallimento del progetto multiculturale tanto ambito dai partiti politicamente corretti”.