RECANATI - Notava Leopardi che si può avere una cosa sotto gli occhi e non accorgersene. In realtà la si vede veramente solo quando la si “osserva”.

E’ quindi motivo di particolare soddisfazione presentare un racconto che nasce dall’osservazione da parte dei bambini dell’antica Fonte Cannella, adiacente il giardino della nostra scuola, l’Infanzia Aldo Moro, ed oggi chiamata Fonti San Lorenzo di cui si ha memoria in atti notarili fin dal 1466.facciata Fonti San Lorenzo

Quest’opera ha un indubbio valore affettivo per i bambini e per noi insegnanti che da anni rivolgiamo lo sguardo alle Fonti: rappresenta infatti un prezioso strumento per conservare e valorizzare la memoria storica, elemento indispensabile per enfatizzare i veri valori della tradizione della nostra terra. Ed è in questa ottica e prospettiva che abbiamo ripercorso, con un tocco di fantasia, la storia di una scarpata scavata da cui furono realizzate le due grandi vasche in muratura per la raccolta dell’acqua, coperte a volta e accessibili dall’esterno mediante due grandi arcate. Di fronte alle vasche si possono ancora vedere i resti dei lavatoi, che servivano per lavare e sbattere la biancheria: qui si riunivano infatti le lavandaie intente a questo gravoso lavoro, quando ancora non esistevano le lavatrici. Sul prato davanti alla Fonte i panni venivano stesi sull’erba ad asciugare. Dietro le vasche di raccolta sono scavate le gallerie che servivano a catturare l’acqua da vene affioranti ad un livello più basso. E proprio nei meandri di questo avventuroso viaggio a ritroso nel tempo che si è svolta la storia che vi andiamo a raccontare.

Con la nostra bella esperienza ci auguriamo di catturare l’attenzione dei lettori nei confronti di questo manufatto che in un quartiere nuovo e periferico costituisce una delle poche testimonianze di un passato importante perché era proprio da lì che le risorse idriche venivano convogliate e trasportate a Loreto, passando poi attraverso la monumentale opera del famoso acquedotto la cui parte visibile è solo quella dei cosiddetti “Archi”.

Auspichiamo inoltre che questo testo costituisca il preludio e lo stimolo per le Autorità a procedere al consolidamento e al restauro della fonte affinché venga riportata ad uno stato di accettabile decoro: non si tratta di preservare un reperto “del tempo che fu”, ma soprattutto di tramandare ai bambini e alle future generazioni il ricordo tangibile di una quotidianità faticosa, uno scrigno prezioso di memoria di un mondo ormai scomparso e senza il quale, con tutte le fatiche e i sacrifici, oggi non potremmo godere di tante comodità.

Un sentito grazie alle famiglie dei bambini che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, al Dirigente Scolastico dell’istituto Comprensivo “B. Gigli” di Recanati per aver sostenuto l’idea con entusiasmo e disponibilità, dimostrando sensibilità per la riscoperta non solo di un’antica fonte, ma anche di uno spaccato di vita vissuta della nostra comunità, allo speleologo Marco Campagnoli che ci ha raccontato, con semplicità ed immediatezza, l’evoluzione storica delle antiche costruzioni recanatesi che servivano ad attingere, proteggere e conservare quel prezioso tesoro che è l’acqua.
Vi auguriamo buona lettura della nostra straordinaria avventura!
Le insegnanti Adelaide Zeruso, Valeria Pretini, Rosita Roncaglia