PORTO RECANATI - Si complica la risoluzione del contratto con la Dicearco di Messina. Con una relazione di ben 23 cartelle, l’impresa che si è aggiudicata i lavori per 4,2 milioni di euro a Lido delle Nazioni per il ripascimento, contesta punto su punto i rilievi mossi dall’amministrazione comunale dopo il mancato avvio dei lavori (nella foto il sindaco Montali che discute con l'ing. La Galia della ditta siciliana).10250276 708682505844985 3080384339602040491 n

La Dicearco rovescia i termini e dichiara inadempiente il comune e si dichiara pronta a chiedere un risarcimento e che dovrebbe attestarsi intorno ai 500.000 euro.

L’impresa messine in pratica invita il comune a produrre la necessaria variante ai lavori in oggetto e in caso di ulteriore diniego a procedere alla risoluzione del contratto con l’avvertenza però che perdurando ancora l’inadempienza da parte del comune, sarà l’impresa stessa a chiedere nelle sedi giuste la risoluzione del contratto per colpa del comune e conseguente avvio dell’azione risarcitoria: pagamento di un decimo dei lavori non eseguiti, pagamento dei lavori già eseguiti, etc..).

Nella sue controdeduzioni la Dicearco, che aveva dapprima rilevato un mutato stato dei luoghi rispetto alla gara, punta l’indice su quanto poi subito dopo sostenuto e cioè il fatto che il ripascimento non sarebbe servito a nulla se contemporaneamente non si fossero posizionate scogliere.

E questo, scrive la società messinese lo attesta lo stesso comune con alcune dichiarazioni del sindaco Montali che la Dicearco trascrive nelle 24 pagine arrivate in questi giorni in comune: “… provvederemo a redigere un progetto che non prevede solo il rinascimento ma la protezione con opere rigide”.

Per la Dicearco sono sempre state assunte sin dai primi giorni da parte del comune posizioni pretestuose per addossare all’impresa le responsabilità che sono invece a sua detta tutte da attribuirsi all’altra parte.

Che tra Dicearco e giunta Montali fosse stato scontro lo si era visto subito, contrasto amplificatosi nei mesi, ora giunto ad un epilogo che vede l’impresa siciliana muovere i primi passi per tutelarsi.

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